Zillah Bethell, In fuga verso un sogno, Il Castoro
Immaginate un mondo distrutto dalle guerre, dai gas, dall’azione umana in cui tutto quello che conoscete e date per scontato, il cielo azzurro, gli alberi, gli animali, non ci sono più. Immaginate un mondo scandito solo dal lavoro, in cui la speranza è ormai morta, un mondo in cui le ingiustizie sono all’ordine del giorno, in cui la popolazione è divisa in caste: gli Au, gli oro, la più ricca, la più – apparentemente – felice, i Cu, i rame, quella intermedia e, infine, i Pb, i piombo, la forza lavoro, i servitori, il popolo che soffre e lavora per gli Au, che non ha più alcun diritto, che non può far altro che obbedire.
Ecco, avrete il mondo, distopico, creato da Zillah Bethell, un mondo in cui vive Serendipity, una ragazzina Pb che ha appena perso sua madre, la sua unica parente, la persona che amava di più. Di sua madre a Serendipity resta solo la scultura di un cavallo, splendidi animali ormai estinti, e una mappa… una mappa per arrivare in un luogo al di là della barriera che circonda la sua orribile e grigia città, una Londra del futuro (chiamata ora Lohndar) che somiglia più a una prigione che a un posto dove crescere.
Il posto segnato dalla mappa è quello dove Serendipity potrà vedere i cavalli, cavalli veri, non sculture o dipinti. Un miraggio, forse, una speranza sciocca e infantile… ma sua madre le avrebbe mai lasciato una mappa che dice bugie? Serendipity pensa proprio di no e, anzi, è certa che sua madre le abbia lasciato la chiave della salvezza, per cui animata da una nuova speranza, come tutti i ragazzi, non può lasciarsi sfuggire l’occasione di una vita migliore e fugge. Fugge, rischiando la vita, assieme a un nuovo amico, Tab e al suo cane, Topo. Fugge, con ancora nella mente le parole del suo vecchio insegnante di Narrastoria, Nimbus, che le ha raccontato, come se fosse una fiaba, del mondo com’era prima dei Gas. Saputo che un pezzo di quel mondo sopravvive, ancora, Serendipity non può che andare alla sua ricerca, coraggiosa e piena di speranza come è giusto che siano i ragazzi.
Un romanzo che fa riflettere proprio grazie alla descrizione di un mondo che conosciamo – il nostro – il cui volto è stato sfigurato dall’azione umana, dall’inquinamento, dal disprezzo per la bellezza, una bellezza di cui gli uomini erano custodi. Molto bella, perfetta per i ragazzi, la descrizione di questa Londra del futuro, in cui l’Abbazia di Westmister si è trasformata in una terribile prigione, in cui il museo delle cere di Madame Tussauds è diventato il Tussòds, un luogo orribile in cui vengono mostrati i corpi dei ribelli. Tutto questo è utile a far capire come nulla di ciò che ci circonda è scontato, che la Storia e le storie in generale sono fondamentali per salvare gli uomini, perché l’Umanità è fatta soprattutto di memoria.
E che la speranza, quella dei ragazzi, soprattutto, e il loro coraggio sono l’unica strada verso la salvezza del nostro pianeta.