Quali sono i requisiti per essere una principessa: possedere un castello? Indossare abiti a ruota larghi due metri? Sposare figli di re? Eccellere nell’arte di bere il tè e di fare ciaociao con la manina durante le passeggiate tra i sudditi?
Eh no miei cari, di questo tipo di principesse non se ne può proprio più! Facciamo un passo indietro, diamo uno sguardo alla storia, fissiamo altri canoni e troveremo regine, altro che principesse.
Dunque, vediamo un po’ come potrebbe essere un’anti-principessa o una diversamente principessa:
– Tosta… Eccome! E anche determinata.
– Bella? Non per forza.
– Ricca? Anche no.
– Appassionata? Sì, di poesia, d’arte e soprattutto di libertà.
Ne conoscete una così? Lasciate perdere l’immaginario fiabesco o prettamente disneyano e vi si spalancherà un mondo che, se proprio non è da favola, è di sicuro più reale e molto, molto importante, in quanto ha portato alla conquista di diritti e di valori, dando voce a chi non l’aveva attraverso la letteratura, la politica o, come in questo caso, attraverso l’arte.
A Rapsodia Edizioni, in collaborazione con l’argentina Chirimbote, si deve la pubblicazione di una collana dedicata alle antiprincipesse e il primo volume è dedicato alla famosa pittrice messicana Frida Kahlo, scritto e illustrato da Nadia Fink e Pitu Saà.
Ho avuto modo di vedere coi miei occhi come un lettore tipo, cioè il mio seienne, ha reagito trovandosi di fronte a una principessa sui generis come Frida. Innanzitutto gli ho spiegato che si trattava di un personaggio realmente esistito, e lì il primo sbigottimento, del resto i bambini di quell’età non sono abituati a leggere biografie. Dopo di che, ascoltando gli aneddoti della vita della pittrice riportati sul libro, mi ha chiesto come facesse a dipingere anche se così ammalata. Gli ho spiegato che per dipingere, così come per scrivere un libro, non ha molta importanza lo stato di salute quanto quello dell’immaginazione e della voglia di far passare un messaggio. Poi, tutto assorto, ha osservato con attenzione le illustrazioni, bellissime e fedeli all’arte di Frida, e mi ha detto che gli piacevano molto quei dipinti perché anche se non li capiva bene apprezzava il fatto che ci fossero molti animali e che fossero così colorati. Naturalmente, mi ha chiesto anche come mai Frida si acconciasse i capelli in quei modi stravaganti e così siamo finiti a parlare di quanto Frida fosse legata alle tradizioni del suo paese e di come a suo modo lottasse perchè la sua gente acquistasse più diritti, perché avesse voce il popolo del Messico.
E cosa deve fare una storia se non far porre domande al lettore? Obiettivo centrato, dunque. In redazione e a casa non vediamo l’ora di scoprire quale sarà la prossima eroina, da quale paese arriverà e in cosa eccellerà.