Alberto Masala, Marcello Fois (illustrazioni di Otto Gabos),
La formula esatta della rivoluzione, Istos Edizioni
Parigi, 14 luglio 1789. Non è una notte come tutte le altre, neanche per un bambino.
Armand è sveglio, come tutti. Certo, a lui non è concesso, e non solo in delle ore così concitate, andare in giro di notte ma il padre, per esempio, non è ancora rientrato e fuori la folla che riempie le strade non è silenziosa: urla, canti, colpi di fucile, il rumore delle carrozze che corrono e sobbalzano sul selciato… un bagliore lontano dirige lo sguardo dei parigini e del lettore verso la Bastiglia, avvolta dalle fiamme. Armand, agitato, dal letto chiama la madre che accorre per rassicurarlo ma poi deve rassicurare da sola se stessa, perché sa bene che quella è una serata pericolosa per chi si trova fuori. Come si fa a rimanere a letto con quel frastuono fuori e quell’agitazione in corpo? Armand quatto quatto lascia la sua camera e sale in soffitta, timoroso sia di essere scoperto sia di affacciarsi a un enorme rosone vetrato per guardare all’esterno.
Il sollievo nel sentire l’ingresso del padre in casa dura poco, i suoi passi sono accompagnati dai passi di qualcun altro e Armand, che già non vuole essere sgridato per aver lasciato la sua camera, pensa bene di nascondersi in soffitta.
“– Chi stanotte deve avere paura davvero sono gli aristocratici, non noi. Siamo gente che lavora e tutti ci conoscono. E poi… io penso che non abbiano torto. È ora di finirla. Il popolo di Parigini non ha più niente e ‘quelli’ vivono come se stessero in un altro mondo, in un’altra città. Mangiano, bevono, e fanno festa tutti i giorni”, così Hector Séguin rientrato a casa tranquillizza la moglie sul loro essere al sicuro all’interno del tumulto generale; eppure… la realtà è sempre più complessa di quello che sembra, e così lo stesso padre è rientrato a casa con un amico che gli ha chiesto una mano, proprio uno di quegli aristocratici che devon aver paura, il Marchese Antoine Laurent de Lavoisier.
Il padre di Armand ha offerto il suo aiuto al Marchese, un uomo giudizioso e buono: lo ospiteranno nella loro soffitta fino a quando le acque, nella città che scorre sotto, non si saranno calmate. La situazione richiede una particolare prudenza per tutti, da quel momento in poi Pascal Renard sarà il nome con cui rivolgersi e far riferimento al Marchese che si fingerà un cugino venuto da Chartres, padrino di Armand del quale diventerà, per quel periodo, istitutore (Armand ha quasi 13 anni, ha lasciato da poco gli studi presso il covento di Saint-Martin, il padre pensava di portarlo in bottega con sé ma il ragazzo è curioso e ha tanta voglia di imparare).
Nessuno sa come saranno i giorni successivi alla notte del 14 luglio, l’unica certezza è che nulla sarà più come prima, il resto lo si scoprirà giorno dopo giorno.
Il Marchese, o meglio Pascal Renard, è stato previdente e prima di fuggire dalla sua casa di campagna ha dato istruzioni al suo servitore più fedele, questi, tramite la figlia della sorella Isabelle, fa arrivare in casa Séguin provviste e, pian piano, tutto ciò che gli occorre.
Pierrette, la giovane figlia di Isabelle, si rivela subito, oltre che bella, sveglia e intelligente: è lei a nascondere i vivere in dei sacchi di carbone (“Nessuno bada a una ragazzina che porta il carbone. Dopo gli incendi di stanotte, Parigi è piena di carbone per chi lo vuole raccogliere”) e Armand ne è subito affascinato.
Comincia così una nuova (anche felice) vita per Armand e la sua famiglia “allargata”, con l’ingresso del Marchese ma anche di Pierrette che si stabilisce dalla famiglia Séguin e, oltre a dare una mano, comincia a seguire con Armand le lezioni e gli esperimenti in soffitta con Lavoisier.
Il 1789 è anche l’anno della pubblicazione del Traité Élémentaire de Chimie (Trattato di chimica elementare), il celebre e importante testo di chimica di Lavoisier pubblicato presso l’editore e stampatore Cuchet, a cui, nel romanzo, i giovani Armand e Pierrette portano le carte che affida loro il Marchese per la pubblicazione.
Armand si chiede e domanda poi come mai il Marchese, come altri nobili a favore della rivoluzione, sia costretto a nascondersi nonostante creda nell’uguaglianza e nella giustizia sociale, ma è anche uno studioso e le sue teorie hanno infastidito in molti, primo tra tutti Jean-Paul Marat, “l’amico del popolo” che sarà, poi, tra i suoi accusatori.
L’equilibrio e la serenità di casa Séguin non è destinato a durare per sempre e, purtroppo, la Storia (e il libro) ci insegna che triste sarà la fine a cui andrà incontro Lavoisier. “La Repubblica non ha bisogno di sapienti”, queste dicono esser state le parole del giudice Jean-Baptiste Coffinhal in risposta a chi chiedeva clemenza per un uomo così importante per la Francia, ma il volto di un giovane che alza lo sguardo con il libro davanti agli occhi e una fitta libreria dietro le spalle ci fa pensare che proprio quel giudice avrebbe dovuto essere più sapiente.
Dedicato alla rivoluzione francese, La formula esatta della rivoluzione è il primo volume della collana Rivoluzioni (ideata e curata da Teresa Porcella per Libri Volanti – Istos Edizioni), scritto da Marcello Fois insieme ad Alberto Masala, con le suggestive illustrazioni di Otto Gabos che ci portano per le strade di Parigi. Qui, dove a volte le immagini arricchite di balloon raccontano una storia nella storia facendosi graphic novel, è il rosso a segnare la narrazione, il rosso delle fiamme che avvolgono la città e il suo tumulto, il rosso dei capelli di Pierrette, il rosso di indumenti e particolari, una vitalità che percorre il libro e fa sentire movimento, scalpiccio di piedi, urla o anche solo l’agitarsi di sentimenti in un fermoimmagine.
Pur essendo protagonista il giovane Armand, la centralità della figura di Lavoisier dà al ragazzo esempio di umiltà e duro lavoro, una dedizione allo studio e alla scienza che gli saranno d’ispirazione. Centrale è anche Pierrette, ragazza intelligente, piena di risorse, desiderosa di imparare e intraprendente. Probabilmente il suo nome è un omaggio alla giovane moglie di Lavoisier, Marie-Anne Pierrette Paulze, presa in sposa a soli 13 anni (su richiesta del padre che voleva evitare alla figlia una proposta di matrimonio indesiderata senza perdere il proprio lavoro) e attiva collaboratrice agli esperimenti e agli studi del marito tanto che vediamo Madame Lavoisier ritratta con il marito in una tela di Jacques-Louis David del 1788, una scena certamente citata tra le illustrazioni di Gabos.
Forse mai come adesso la collana Rivoluzioni può trovare il suo tempo, il tempo per parlare ai ragazzi degli eventi della storia che hanno segnato un cambio di direzione per tutti, con luci e ombre. Il tempo per conoscere, riflettere ed avere strumenti di analisi e critica, senza i quali si resta passivi spettatori del tempo passato, presente e (purtroppo) futuro.