Oooooooooooooooo I absolutely love the Plaza
Eloise ha sei anni e vive all'ultimo piano del lussuosissimo hotel Plaza di New York con la sua tata Nanny, che ripete sempre le cose tre volte, un cane che assomiglia a un gatto (Weenie), e una tartaruga adorabile (Skipperdee).
Il Plaza mi fa sempre pensare a “Mamma ho riperso l'aereo”, a quando Kevin sbarca nella Grande Mela, prenota una stanza del leggendario hotel e prosciuga la carta di credito.
Eloise, che è una bambina ricca, agisce con altrettanta nonchalance e ogni volta che acquista qualcosa lo fa mettere sul conto, ripetendo come un mantra tre parole: “charge it please”.
Tra una piroetta e l'altra, Eloise chiama il servizio in camera, dà una mano ai domestici, si esercita a stare sulla punta dei piedi. Le sue giornate scorrono tra giri in ascensore, corse a perdifiato sulle scale e incursioni in tutte le meravigliose stanze dell'hotel, compresa l'elegantissima sala da ballo, quella che ha ospitato il famoso Black and White Ball, la serata di gala organizzata nel 1966 da Truman Capote. Wow!
Eloise (Simon & Schuster, 1955) è il primo libro della fortunata serie che vede protagonista questa vulcanica monella, nata dalla penna della spumeggiante Kay Thompson, cantante, ballerina, compositrice, coreografa e attrice, che nel 1957 apparve accanto a Audrey Hepburn e Fred Astaire in Cenerentola a Parigi (Funny Face). I bellissimi disegni sono invece di Hilary Knight. I libri li trovare su Amazon, per lo più in lingua inglese.
Kay, che visse al Plaza, dichiarò di essere lei stessa Eloise (anche se alcuni indicano come modello ispiratore la sua figlioccia Liza Minelli), e compose tra l’altro una canzone dedicata alla sua eroina (Cadence Records, 1956): la potete ascoltare qui. Attenzione, la melodia vi resterà in testa per ore!
La piccola newyorkese è diventata anche cartone animato e film: l’ultima recente versione cinematografica, la cui produzione sembra essere stata interrotta per ragioni contrattuali, avrebbe visto Uma Thurman nei panni della tata…
Come ogni monella che si rispetti, Eloise odia la scuola e rende la vita impossibile al suo tutore. Ma soprattutto è eccentrica e inusuale, come la sua autrice e come la sua collega svedese Pippi. Eloise ha due bambole, una di pezza senza faccia e un'altra senza braccia a causa di un terribile incidente. Da vera fashion stylist (d’altra parte sua madre conosce Coco Chanel…), usa un portauova e una scatola di kleenex come cappello. Guarda la tv con il parasole e il binocolo e prima di dormire indossa attorno al collo un cartello che recita "Don't disturb". Si serve di bicchieri di carta per mettersi in collegamento con Marte, parla con un piccione che sta sulla finestra del bagno, si pettina con una forchetta, e siccome è una tuttofare aggiusta i termostati in caso ce ne fosse bisogno.
Ogni tanto le capita di andare a Parigi con la tata (Eloise in Paris, 1957), dove la aspetta la sua mamma che è sempre in viaggio per lavoro. Parte con 37 bagagli e ritorna con 114! Nella capitale francese si diverte un sacco: colleziona tappi di champagne e ne fa una collana, visita il Ritz, il Louvre, Versalilles, fa acquisti a un mercatino delle pulci, beve acqua Perrier prima di coricarsi e naturalmente sfodera il suo elegante francese.
Ebbene, non mi resta che precipitarmi al Plaza, farmi una foto accanto al ritratto della monella-mentore di tantissime bambine appeso nella hall dell’hotel, soggiornare nell'esclusiva suite di Eloise e magari partecipare a qualche party…