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Draghi dell’altro Mondo

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Avete mai visitato un altro mondo? È sufficiente fare un salto.

Cacciato da casa dalla moglie perché rimproverato di non riuscire a mantenere degnamente i propri figli (da papà, lasciatemi dire che non mi sembra una novità), il padre di questa favola prende le sue cose e va a cercar fortuna, proprio in un altro mondo.

Nell’altro mondo, non ci sono padri ma solo madri (da papà, lasciatemi dire che non mi sembra una bella notizia). Tra queste, la madre dei draghi che lo prende a suo servizio per tre giorni con l’intenzione, però, di farlo fuori al più presto.

Nell’altro mondo, deve vedersela con i figli della madre, draghi cattivissimi ma ingenui. Riesce a far credere loro di poter prendere un pozzo tutto intero e di caricarselo in spalla, di poter legare con l’edera tutti gli alberi del bosco e sradicarli in una volta sola, di poter lanciare una grossa mazza sulla luna. Ogni volta, per non mettere in atto il folle piano, ottiene che gli sia consegnato un sacco pieno di soldi.

Durante la notte del terzo giorno, spaventati dalla forza straordinaria millantata da questo padre, i draghi tentano di eliminarlo per sempre. Con uno stratagemma che non vi svelo, non solo si salva ma riesce a tornare nel suo mondo accompagnato dai draghi carichi di sacchi pieni di monete tintinnanti.

A casa, finalmente, può riabbracciare i figli festanti e affamati che riescono a spaventare a morte i draghi e li costringono alla fuga.

L’uomo, così, potrà vivere per sempre da nababbo con la moglie (da papà, lasciatemi dire che non mi sembra un gran finale, visto come è stato trattato all’inizio della vicenda).

Draghi dell’altro Mondo, edita da Sinnos, è una storia – raccolta da Sofia Gallo e illustrata da Vanessa Cazzagon – tra le tante raccontate dai migranti per parlare di temi universali; questa, in particolare, viene dalla Romania e ci parla dell’intelligenza che vince sulla prepotenza.

Da papà, però, partecipo emotivamente alla condizione del protagonista di questa strana favola: nessuno è disposto ad aiutarlo nel proprio mondo, neppure la propria famiglia, ma trova lavoro in un altro; passa dal suo mondo in bianco e nero a quello a colori dei draghi; lascia una casa spoglia per andare a servizio in un’altra, tutta addobbata di festoni.

Non è che l’altro mondo è migliore di questo?

Anch’io, ogni tanto, penso che “in questo mondo non riuscirò a combinare niente” e mi piacerebbe saltare in un altro mondo per dimostrare astuzia e abilità fuori dal comune e sconfiggere i draghi ma, alla fine, preferisco “sopravvivere con onesta e sincerità” in questo mondo e mettermi alla prova come domatore non di draghi ma di pargole che al mio rientro mi corrono incontro festanti dalla gioia come i figli del protagonista (da papà, lasciatemi dire che non è sempre proprio così).

Indicazioni per la lettura: raggiungete un posto grande a sufficienza, dove magari ci sia un pozzo; portate con voi un filare d’edera per imbracare un albero; aspettate che si faccia notte e raccontate la favola al vostro bimbo alla luce della luna. Quando andate a dormire, però, mettete il tronco sotto le coperte e sdraiatevi sotto il letto.

Nel bel mezzo della notte, potreste sentire i draghi arrivare.

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