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Dove nasce l’arcobaleno è la storia vera di un ragazzo, Andrea, che ha deciso di non accontentarsi di “sopravvivere” ma di voler “vivere”. Come si fa a dare un senso profondo alla propria esistenza, lasciando una traccia di sé sulla Terra? Questa è la storia di un’esperienza itinerante durata circa 7 mesi, in giro per il mondo, camminando su innumerevoli strade, incontrando volti diversi, storie di coraggio e dolore, sulle quali emergono luminosi i sorrisi di tantissimi bambini, la speranza nel futuro.
E poi i piedi, il senso del viaggio. I piedi sono mistici, ricordano i pellegrini che attraversavano i continenti per trovare il loro Dio. Io adopero i piedi per raggiungere i bambini, ed è nei loro occhi che lo vedo, il mio Dio. L’ho cercato a lungo e finalmente l’ho trovato.
I piedi sono il viaggiare lento che lega i rapporti e fa miracoli. I miei piedi sono resistenti come me, non conoscono la fatica, mi assomigliano, sono curiosi. Siamo complici, io e i miei piedi: se non mi assecondassero, il viaggio non esisterebbe.
I miei piedi vedono e ascoltano. E mi aiutano a dare voce a chi non ce l’ha.
A 15 anni, ad Andrea viene diagnosticato un tumore al cervello: un’esperienza devastante che contribuisce a forgiare il suo carattere. Invece di abbandonarsi alla disperazione, Andrea lotta e guarisce, anche se la sua memoria ne esce provata. Alcuni brandelli del suo passato sono irrimediabilmente perduti, così Andrea decide di procurarsi nuovi ricordi, così potenti da restare per sempre con lui. Ecco da dove nasce questo resoconto appassionato, descritto benissimo dal sorriso del protagonista in copertina.
Durante il viaggio, Andrea scopre gli altri, ma soprattutto se stesso, impara a entrare in contatto con realtà diverse fra loro e dalla sua, ricuce gli strappi nella sua memoria e cura le cicatrici, che vengono anche dalla mancanza, nella sua vita, della figura paterna. La vita di Andrea non è stata semplice, chi avrebbe potuto biasimarlo se il suo passato lo avesse incattivito? Nessuno. Eppure Andrea non ha voglia di spargere altro dolore, no. La sua missione è portare sorrisi, amore, è una necessità, è il suo metodo per sentirsi vivo.
Così, con uno zaino diviso in tre parti (abiti, giochi per i bambini che incontrerà e stereo bluetooth) Andrea parte coraggiosamente alla scoperta del mondo, viaggiando ad esempio in Sri Lanka, India, Nepal, Cambogia, Vietnam, Thailandia, Brasile, Paraguay, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Etiopia, Uganda, Ruanda, Congo. Un viaggio in cui è stato seguito da tantissime persone, sul web, che si sono sentite ispirate. E leggendo questo libro è proprio così che vi sentirete: ispirati. L’ispirazione è una forza prorompente: ti fa venire voglia di agire, di non lasciarti andare al dolore, alla malvagità, al sospetto. Ti fa venir voglia di rompere le barriere, fidarti degli altri, aiutarli.
È quello che Andrea ha fatto, viaggiando, raccogliendo fondi, fotografando, parlando della sua esperienza al mondo. Il pianeta sembra diventare piccolissimo, mentre seguiamo questo ragazzo che si sposta con una fiducia incrollabile nelle sue idee, nonostante lo spettro della morte, della guerra, della miseria aleggi sempre, anche sui sorrisi dei bambini.
Una lezione di vita importantissima, un modo per viaggiare e conoscere la ricchezza di ogni paese, ma anche le sue miserie, un modo per capire finalmente che il mondo ha bisogno di aiuto per sopravvivere e che la scintilla del coraggio e dell’amore può scoccare dovunque e in chiunque, perché in fondo la vita è l’insieme di tanti colori diversi, tutti quelli che formano l’arcobaleno.