Vladimiro ha delle doti speciali, non dei superpoteri, perché lui non è mica un eroe della Marvel, ma è un ragazzo speciale perché appartiene a una “rara nicchia ecologica, tipo il panda del WWF”, la rara nicchia dei vampiri, proprio come Vlad Drakul di Transilvania, il leggendario fondatore della stirpe. In fondo, perché non potrebbe esser così? Vladimiro non sa nulla dei suoi genitori naturali, non può chieder loro l’origine del suo nome, è stato adottato da piccolo, sa solo che il suo nome fu scelto dal nonno in onore di un uomo che considerava un eroe, niente di più…
Vladimiro ci presenta le sue doti speciali: matemagika, la capacità di capire i procedimenti logici, enigmistika, ovvero la passione e l’abilità per i giochi di parole, grammatika, la passione per il linguaggio, supervelocità (se scappa, non lo prende nessuno), mnemonika (la capacità di ricordare ogni cosa con estrema precisione)…
Ma di doti speciali, leggendo la sua storia, ne possiamo vedere molte altre. Vladimiro è un ragazzo sveglio e intelligente, così sensibile da non riuscire a volte a gestire ciò che gli succede, e allora arriva emikrania (che è più un difetto che una dote): gli fa male la testa quando sente del disordine dentro e allora deve rimettere ordine, altrimenti il dolore non passa.
Attraverso il punto di vista di Vlad incontriamo i suoi compagni di scuola, Ally Sirena, Jò Gel, Tariq e soprattutto Zeta, conosciamo i suoi genitori adottivi e la nonna acquisita di 89 anni (fa una breve, tenera e memorabile comparsa), ma conosciamo soprattutto lui, aspirante vampiro, che non è più un bambino, sta crescendo e, oltre agli esami di terza media, deve affrontare nuovi sentimenti che gli si agitano dentro.
Felicissimo è l’incontro tra lo scrittore Fabrizio Casa e il fumettista e illustratore Tuono Pettinato. Al bando, con loro, è la banalità.
Diario di Vlad, aspirante vampiro (Rizzoli) è una lettura, per ragazzi dai 10 anni in su, che potrei dire divertente, se ciò non fosse limitante. Io, con qualche anno in più, ho riso tanto, invidiato i temi in classe di Vladimiro e ho ricordato, con un po’ di nostalgia, quale grande cassa di risonanza di emozioni può essere l’adolescenza, quando possiamo essere tutto, anche un vampiro.