Tempo fa giocavo di più con la mia Xbox360, mentre ora, a causa del lavoro, perché passo sulle 10 ore seduto davanti ad un monitor, l'idea di giocare per altrettante ore, beh, non è poi così allettante.
Ma capisco benissimo i gamers. Non è una malattia, è una nuova forma di socialità. Ci si può trovare al parco e giocare a calcio, oppure trovarsi online e giocare ad un videogame. E chi parla di violenza dei videogame forse, prima, dovrebbe leggere i quotidiani, oppure guardare un po' di televisione. Beh, la settimana scorsa è uscito Diablo III, prodotto dalla Blizzard (la stessa di World of Warcraft, il che significa qualità assicurata). Erano 12 anni che i fan di Diablo 2 aspettavano il sequel e finalmente sono stati accontentati.
L'attesa per Diablo III ha generato talmente tanti rumors, in giro per la rete, che i fan hanno iniziato a scherzarci paragonando, ad esempio, i tempi di costruzione della Tour Eiffel a quelli del videogame, oppure quelli dell'aeroporto di Tokyo. Sapete com'è quando un gamers aspetta, no? Beh, intanto che aspettavano, Diablo III ha battuto ogni record di prevendita, su Amazon, e stime dicono che verranno venduti più di 3 milioni di dischi, nel primo anno.
Per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di un videogioco di ruolo, d'azione, ambientato in un mondo, New Tristram, dai contorni dark-fantasy in cui, come giocatori, si può scegliere tra un barbaro, mago, uno sciamano, un monaco o un cacciatore di demoni. Ognuno ha determinate abilità che gli permettono di soccorrere gli altri personaggi, o di essere decisivi negli scontri contro i vari nemici.
È una spiegazione riduttiva, me ne rendo conto… ma in poche righe, che vi aspettate? A sole 12 ore dall'uscita, un gruppo di ragazzi sudocoreani hanno finito il gioco il 4-5 ore. Beh, questo si che è un record, no? La prima domanda che mi sono fatto, quando ho letto questa notizia è "che faranno adesso?". Possono sempre giocare nelle altre modalità di difficoltà, oppure organizzare delle campagne online.