Photocredit by: http://listacivicafeston.wordpress.com/2011/09/05/in-fila-indiana/
Benvenuti, cari Kidz, tra le righe di questa nuova rubrica che parte oggi e si affaccerà sui vostri schermi una vota al mese.
Ho scelto di chiamare la rubrica Versi in fila indiana, perché in fondo le poesie non sono altro che un insieme di parole messe una dopo l’altra, come dei piccoli indiani in fila, appunto. Mi occuperò di farvi conoscere versi, ed oggi voglio cominciare con quelli di un cantautore, Vinicio Capossela che in una canzone dal titolo L’affondamento del Cinastic, ad un certo punto dice:
«Io trovo dappertutto la poesia anche nell’atrio a casa mia tra odor di chiuso e di brioche»
Adesso, vi starete chiedendo, come mi è saltato in mente di aprire questa rubrica dedicata alla poesia citando una canzone.
Si può fare, è proprio per questo che l’ho scelta, perché quel verso semplicissimo ci vuol dire che la poesia è ovunque noi vorremo trovarla. Quindi, da adesso in poi, non stupitevi se in questo spazio vi proporrò di tutto, dalla filastrocca alla poesia contemporanea, dai testi dei cantautori alla poesia classica, in quanto qui tutto fa brodo … anzi poesia!
Che poi, confessatelo kidz, anche voi vi sarete almeno una volta cimentati nello scriverne una, non ci avete pensato, lo avete fatto e basta. Perché in fondo la poesia è un atto spontaneo e proprio per questo appartiene ai bambini e agli adolescenti molto più di quanto si pensi.
Poi. ad un certo punto, ci si dimentica della poesia, finché da teenagers eccola riapparire, perché magari il cuore batte forte per qualcuno e allora via con le poesie d’amore, proprie e altrui (una cosa della quale a trent’anni vi vergognerete tantissimo!).
Il problema è da dove cominciare, anzi, con chi cominciare, e, siccome devo fare bella figura mi rifugio al sicuro, tra i versi di una grande poetessa polacca scomparsa da poco, Wislawa Szymborska, con una poesia leggera come una filastrocca:
Nulla due volte.
Nulla due volte accade
nè accadrà. Per tal ragione
si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.
Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.
Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
nè due baci somiglianti,
nè due sguardi tali e quali.
Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.
Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?
Perchè tu, malvagia ora,
dài paura e incertezza?
Ci sei – perciò devi passare.
Passerai – e qui sta la bellezza.
Cercheremo un’armonia,
sorridenti tra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d’acqua.
Non vi spiegherò questi versi come si fa a scuola, con parafrasi e figure retoriche, proprio no. Qui siamo su HeyKiddo, ognuno la legga e ci trovi quel che vuole. Qualcuno può trascriverla e regalarla, non c’è dono migliore, vi assicuro, di versi dedicati e scelti con il cuore.
Cercate, Kidz, cercate sempre la poesia! Vi lascio con queste parole di Flaubert:
«Un tempo si credeva che lo zucchero si estraesse solo dalla canna da zucchero, ora se ne estrae quasi da ogni cosa; lo stesso per la poesia, estraiamola da dove vogliamo, perché è dappertutto».