Lara Albanese, illustrazioni di Desideria Guicciardini, Costellazioni – Le stelle che disegnano il cielo, Editoriale Scienza
Sono le 21.00 di una fredda serata milanese di fine autunno. Passeggio sui viali dei Giardini Indro Montanelli e intanto guardo i piedi affondare nello spesso strato di foglie giallo scuro, e spostarle. Una vista piuttosto monotona e noiosa considerato che è sera e che le luci del parco non riescono a definire perfettamente forme e colori sul terreno.
Così decido di guardarmi intorno: qualche panchina, pochi audaci correre in maglietta e pantaloncini, un cagnetto a spasso col suo padrone.
E poi quel luogo che amo tanto, il Planetario. Un rifugio quando avverto il bisogno di guardare oltre per sentirmi piccola piccola, lontana anni luce dalla Terra.
Vorrei entrare, per scrutare ancora e ancora quel minuscolo fossile di meteorite incubato, proveniente da chissà dove e in viaggio per chissà quanto. Ma è tardi e il piccolo tempio classicheggiante, con tanto di pronao, colonne e cupola, sta per chiudere.
Non mi resta che puntare lo sguardo sull’unica cosa che si lascia guardare, mostrandosi orgogliosa nella sua limpidezza: il cielo notturno, dove tra una fronda e l’altra fanno capolino poche stelle brillanti…
“Le stelle che disegnano il cielo”
Il Gran Carro si manifesta passo dopo passo. E se riesco a riconoscerlo rapidamente è solo perché sto sfogliando con attenzione un albo che racconta magnificamente i cieli notturni terresti.
Costellazioni – Le stelle che disegnano il cielo, di Lara Albanese e Desideria Guicciardini, edito da Editoriale Scienza, è un libro veramente speciale.
Niente a che vedere con i manuali di astronomia o di scienze, noiosi e didascalici. Piuttosto un’affascinante guida pronta ad accompagnarti nel viaggio attraverso le costellazioni.
I presupposti sono chiari: porta con te zaino, torcia, bussola, taccuino, telo e… i tuoi occhi, vispi, curiosi, disposti ad accogliere uno degli spettacoli più belli che l’Universo è in grado di offrire, “il più grande e sterminato laboratorio scientifico” a nostra disposizione ogni notte dell’anno.
Il viaggio dell’esploratore celeste
Le prime pagine sono una sorta di prontuario che prepara al viaggio.
Cosa vediamo quando solleviamo lo sguardo se ci troviamo nell’emisfero boreale? È vero che il cielo si muove? Perché alcune stelle sono più luminose di altre?
Chiariti alcuni concetti importanti, si possono affrontare le prime mappe del cielo. I quadranti nord e sud vengono rappresentati nelle quattro stagioni, considerato come punto di osservazione convenzionale Firenze alle ore 21.00. Eh sì, perché abbiamo capito che la Terra si muove e per questo le costellazioni primaverili non sono visibili in autunno, non tutte almeno e sicuramente non allo stesso orario!
La prima costellazione in cui ci imbattiamo è l’Orsa Maggiore, sempre visibile alle nostre latitudini. L’autrice decide che a questo punto dobbiamo saperne di più. Quindi racconta i miti del passato che hanno dato il nome alla costellazione. Per i Greci l’Orsa sarebbe la ninfa Callisto, trasformata in orsa da Zeus che se ne era innamorato, e da lui scagliata in cielo per salvarla dalle grinfie della terribile e vendicativa moglie Era.
Per i Galli l’Orsa è un cinghiale mentre i Tuareg vedono nel cielo un cammello.
A seguire le altre costellazioni e il racconto dei miti da cui deriva la loro denominazione attuale.
Tuttavia Lara Albanese spiega, fornendo argomentazioni scientifiche a misura di bambino, come questi miti e l’astrologia non abbiano alcun fondamento. Le storie che gli antichi raccontavano erano un modo per “leggere” i cieli notturni e usare la disposizione delle stelle (così come si vedono dalla Terra, perché in realtà sono molto distanti tra loro) per orientarsi durante la navigazione. L’Orsa Maggiore e la Stella Polare, per esempio, indicano sempre il nord.
In alcune costellazioni, spiega l’autrice, possiamo vedere (a volte a occhio nudo) ammassi stellari, nebulose e supernove. Il viaggio diventa così ancora più interessante e soprattutto ci aiuta a capire che non potremo vantarci di conoscere perfettamente il cielo stellato finché questo continuerà a stupirci con i suoi fenomeni meravigliosi.
Un libro speciale
Ciò che rende speciale questo albo sono anche le illustrazioni che, ora a tutta pagina ora in riquadri più piccoli, rappresentano la mappa del cielo. La disposizione delle stelle appare evidente sulle mappe dei quadranti, per una lettura scientifica dell’argomento. Mentre è accompagnata dalle immagini dei miti laddove l’autrice ci delizia con gli affascinanti racconti dei nostri avi.
Dunque, scienza e narrazione fantastica si intrecciano anche attraverso le magiche illustrazioni di Desideria Guicciardini, per una lettura completa e accattivante.
E se questo non dovesse bastare (difficile crederlo!) provate a puntare una torcia sulle pagine con le stelle, poi spegnetela. Al buio vedrete apparire le costellazioni. Così, anche in assenza di un cielo stellato, potrete ammirare le vostre beniamine!
L’astronomia a portata di tutti
Dopo I Cervelloni. Lo sfrecciante libro dell’astronomia, Perché le stelle non ci cadono in testa?, Astrolibro dell’universo e altre pubblicazioni, Editoriale Scienza continua a farci sognare raccontando il cielo e i suoi fenomeni. E lo fa attraverso chiavi di lettura e punti di vista diversi. L’obiettivo è quello di comunicare ai bambini un argomento che perfino gli adulti considerano ostico e a volte fuori dalla loro portata.
Eppure basta così poco, qualche informazione su pianeti e stelle o anche solo alzare lo sguardo al cielo, per coglierne la bellezza misteriosa, rimanerne affascinati e iniziare a volerne sapere di più.
Capirete che guardare le stelle e i loro disegni significa anche conoscere le storie dei nostri antenati e il loro modo di affrontare la vita. Capirete, inoltre, che scrutare il cielo notturno è un po’ come andare a ritroso nel tempo, perché il momento in cui si ammira una stella è lo stesso in cui la luce, dopo un viaggio lungo quanto lo spazio che ci separa da essa, arriva a posarsi sui nostri occhi.
Leopardi lo faceva spesso, era sempre col naso all’insù, affascinato dalla vastità infinita del cielo. Parlava alla Luna “graziosa“, cui confidava i tormenti della sua giovinezza perduta, e mirava quei “nodi quasi di stelle ch’a noi paion qual nebbia“, stelle grandissime nella realtà.
Niente ci impedisce di guardare il cielo come facevano gli antichi Greci, i Tuareg o il poeta dell’infinito. Niente ci impedisce di partire alla scoperta del vasto cielo stellato.
L’importante è scegliere la mappa giusta!