Mentre da noi gira la gran bufala, con pomodori annessi, secondo la quale la senatrice Paola Binetti – che in genere non brilla di acume e sensibilità – avrebbe affermato di essere contraria alla terapia del dolore per i bimbi affetti da cancro poiché giusto che portino la croce come Cristo, nel mondo anglosassone non ci si perde in chiacchiere orrende e si agisce.
Prima la Mattel poi American Girl hanno realizzato delle bambole completamente calve per aiutare i ragazzini sottoposti a chemioterapia o affetti da gravi forme di alopecia (una disfunzione al sistema immunitario) a giocare senza pensieri.
Al bando complessi di inferiorità, basta invidie e paura di non essere proprio come la bambolina del cuore, questi stupendi giocattoli si piazzato al top di gamma, sono super accessoriati, ben definiti, con più di dieci tonalità di incarnto, tratti somatici e abiti all'ultima moda.
Da bambini ci si identifica pressoché con qualunque personaggio che si incontra, perché dunque lasciare che questi Kids abbiano un ingranaggio in meno in questo prezioso meccanismo psicologico che, attraverso l'emulazione, plasma la personalità e fa conoscere sempre più aspetti del proprio io?
La storia, già di quelle che ti fanno fidare un po' di più della gente, presenta un'altra chicca molto carina: Kayla Brooks, 13 anni, in perfetta salute e senza nessun conoscente affetto da particolari patologie, ha organizzato una petizione per chiedere ai colossi come Disney e American Girl, appunto, di creare dolls senza capelli.
Voleva essere utile agli altri e basta: un gesto immenso per un cuore immenso, che ha raccolto in poco tempo due mila firme. Con American Girl (che darà i proventi delle bambole in beneficenza a un ospedale pediatrico) Kayla ha fatto rete, con Disney sta ancora cercando di darsi da fare. Inoltre, si sta facendo crescere i capelli per tagliarli e poterli donare a Lock of Love, per la terza volta!
It doesn't matter if they think I played a role or not. I know I worked hard on it and got the word out. Maybe I gave the idea to someone who did mean something.
Non mi importa che si pensi che io abbia avuto un ruolo importante o meno. So che ho lavorato duro e che ho diffuso il mio pensiero. Forse ho dato l'idea a qualcuno che davvero conti qualcosa.
