«C’era una volta una mamma tra le più brave e buone,
e aveva avuto un bimbo che era un gran birbone.
lei si raccomandava: non fare questo e quello,
ma mettersi in pericolo era fin troppo bello!»
Gioca con le rime e con un incipit da fiaba classica questo libro illustrato, un nuovo piccolo (per dimensioni) capolavoro della collana I Miniborei di Iperborea.
Il volume è un dialogo a quattro, tra i due protagonisti della storia e i due lettori dall’altra parte del “confine-libro”. Essendo consigliato dai 3 anni in su, lo immagino letto infatti da un adulto al bambino e io stessa l’ho letto subito al mio piccolo di 3 anni che ha mantenuto l’attenzione viva per tutto il tempo.
Chi legge, infatti, si riconosce o nel Bimbo birbone o nella mamma, sorridendo vedendo le imprese spericolate del piccolo o tirando un sospiro di sollievo quando tutto si risolve per il meglio.
Bimbo birbone fa effettivamente tutto ciò che un genitore può temere: scende dalle scale a bordo di una macchina giocattolo, si arrampica sui mobili di casa, gioca con le forbici, accende il fuoco e, soprattutto, sparisce!
La mamma alterna momenti di preoccupazione a corse continue per tirarlo fuori dai guai; il rapporto tra i due è certamente un rapporto anche libero grazie al quale il piccolo può lanciarsi in fughe ed esplorazioni perché sa sempre da chi tornare e sa che ci sarà sempre chi si prenderà cura di lui, con un sorriso per ogni ritorno e per ogni volta in cui, magari dopo una brutta febbre, si sta meglio e si può tornare a giocare.
La pazienza della mamma, infatti, è messa alla prova, ma non certamente il suo amore.
Ad accompagnare il testo in ogni pagina ci sono le illustrazioni di Eva Eriksson, celebre e amata illustratrice svedese che riesce con il suo tratto sottile a rendere i sentimenti dei personaggi, il movimento continuo del piccolo e le rincorse della mamma, ma anche i momenti di gioia e tenerezza tra i due.