Una volta rincasati da scuola, dopo pranzo, c’era solo una cosa da fare: iniziare i compiti.
Nessun prezioso minuto doveva essere sprecato. Bisogna agire in fretta e con determinazione. Che fossero riassunti, temi o le ben più terribili e temute divisioni, l’imperativo era uno e uno soltanto: finire per le 16:00. Giusto in tempo, insomma, per piazzarsi davanti alla tv. Era una sorta di rituale quotidiano. Era tempo di Bim Bum Bam.
Credo che il periodo d’oro per le trasmissioni dedicate ai bambini/ragazzi, sia che fossero programmate nella fascia pomeridiana, sia in quella mattutina, siano stati gli anni a cavallo fra gli Ottanta e i Novanta, dove troviamo una lista pressoché infinita di titoli di successo, da Ciao ciao a Solletico, da Game boat a Tutto Disney. E poi, ancora: L’albero azzurro, Go-Cart, Domenica Disney, Zap zap e tanti altri…
Pensati per intrattenere, con intelligenza, un pubblico giovane, erano trasmissioni in cui la messa in onda dei cartoni animati veniva ad accompagnarsi a tutta una serie di rubriche culturali, siparietti comici e, non ultimi, giochi in studio che vedevano la partecipazione, via telefono, dei piccoli telespettatori.
Insomma, un format che oggi, facendo zapping sulla TV generalista, non mi pare più essere presente, no.
Ecco, regina indiscussa di questi anni era senz’altro Bim Bum Bam, trasmissione andata ininterrottamente in onda, con qualche cambio di canale, sulle reti Mediaset, dal 1982 al 2002.
La generazione precedente ricorderà senz’ombra di dubbio, con affetto, la stagione condotta da Paolo Bonolis e Licia Colò, ma la mia Bim Bum Bam porta invece i nomi di: Manuela Blanchard, Marco Bellavia, Debora Magnaghi, Carlotta Pisoni Brambilla, Roberto Ceriotti, Carlo Sacchetti e soprattutto lui, l’indimenticabile e intramontabile Uan, il cane rosa dal ciuffo alla Kiss Me Licia.
Era il Bim Bum Bam delle sgangherate parodie e delle gigantesche riproduzioni dei più famosi giochi in scatola della MB.
Ora, al di là dei cartoni animati trasmessi, sono proprio i ricordi di questi segmenti a resistere alle intemperie dell’età, simbolo di un’originalità e creatività (anche se, bisogna ammetterlo, profondamente legata a strategie di vendita) ormai sempre più difficili da trovare.
Così ecco uno studio che si riempiva di giganteschi grattacieli per portare in scena uno scontro a Hotel, oppure una partita a Spago Spaghetti immersi in una scenografica scodella gigante piena di “pasta” colorata.
E poi c’erano le parodie: Bat-Roberto, versione casereccia di Batman, Perry Nason, il fratello povero di Perry Mason o L’Incredibile Debbi, Hulk in gonnella.
Si trattava di un umorismo semplice. Vere e proprie sit-com che accompagnavano i piccoli telespettatori episodio dopo episodio.
A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, il format ha però cominciato a dare segni di decadimento, processo che credo abbia perlopiù riguardato l’interno panorama delle trasmissioni per ragazzi. Oggi, tutto ciò che rimane di Bim Bum Bam sono solo dei frammenti di video sparsi qui e lì per la rete.