Quante volte al giorno diciamo ai nostri bimbi: “Sbrigati!”. Sono lenti nel vestirsi, lentissimi nel mangiare, lenti nello svolgere i compiti, per loro il tempo sembra dilatarsi fino a raggiungere un’altra dimensione, la loro. Noi, invece, abituati a correre sempre, dobbiamo fare i conti con questa lentezza e ci snerviamo, diciamocelo, proprio non la sopportiamo. È come ballare con qualcuno che non tinene il tempo, come ascoltare una canzone stonata, come inciampare a ogni piè sospinto. E loro sono lì, ci seguono ovunque e ci chiedono solo di non avere sempre così fretta, di far spazio alla calma e alla meraviglia. Perché chi non ha mai tempo è proprio questo che si perde, la meraviglia. La meraviglia di fronte a un battito d’ali, alla pioggia che cade, a un cagnolino scodinzolante. Quante cose ci perdiamo per colpa della fretta!
E ecco che arriva Antoinette Portis col suo albo Aspetta, edito da Il Castoro, a ricordarci di rallentare. La scena è quella classica, una mamma e un bimbo escono di casa, camminano mano nella mano, la mamma ha fretta, forse perché è già tardi, forse perché deve correre a lavoro o forse solo per abitudine. La mamma è sempre un passo avanti, il bimbo sempre un passo indietro e si guarda intorno, osserva il mondo, non si fa scappare niente. La mamma dice: “Presto!”, il bimbo invece: “Aspetta!”. Andare dritti alla meta, senza fermarsi, questo è ciò che vorrebbe fare la mamma. Ma il bimbo chiede tempo, ha bisogno di tempo, finché… Ebbene, non vi svelerò il finale, vi dico solo che dopo aver letto quest’albo ho rallentato. La mattina, quando accompagno mio figlio a scuola cammino al suo passo, se c’è da osservare una formica mi fermo e la osservo insieme a lui, se nell’aiuola del parchetto è spuntato un fiore nuovo lo annusiamo insieme, salutiamo gattini, cagnolini e passerotti, facciamo commenti sul tempo, insomma, non è più una corsa ma una passeggiata. Aboliamo le maratone ed evviva la lentezza!