Veniamo tutti da qualche luogo. Ma io in un certo senso vengo dal nulla. Lasciate che vi spieghi. Mia nonna è comparsa dal mare molto tempo fa, come una sirena, con l’unica differenza che lei aveva due gambe invece di una coda di pesce. Sembrava avere circa dodici anni a quel tempo, ma nessuno poteva dirlo con certezza; e questo perché non c’erano indizi su chi fosse o da dove venisse. Era mezzo morta di fame, divorata dalla febbre e sapeva dire soltanto una parola: “Lucy”.
Ho un debole per gli incipit, a volte basta veramente poco per capire da subito quando un libro mi accompagnerà a lungo, anche una volta terminato il suo ultimo rigo. Con Michael Morpurgo sapevo già di affidarmi alle mani di un grande narratore, ma in questo caso il patto narrativo che abbiamo stretto è stato così forte da farmi credere a ogni parola scritta, dalla prima all’ultima.
Ascolta la luna (Rizzoli), il nuovo romanzo di Morpurgo, tra i più apprezzati autori inglesi di letteratura per ragazzi, come in un altro dei suoi lavori più amati, War Horse (portato nelle sale cinematografiche da Steven Spielberg e in teatro grazie a un musical), è ambientato negli anni della Prima Guerra Mondiale, anche se in questo caso non ne viviamo le trincee e il loro sfiancamento, ma ce la fa conoscere con gli occhi di chi ne sente la minaccia, lontana e vicina allo stesso tempo, vicinissima poi quando giungono le notizie di morti in battaglia o quando un giovane ritorna dal fronte ferito e scosso sin nel profondo.
C’è un fatto storico alla base del romanzo: l’affondamento, il 7 maggio del 1915, del Lusitania, per opera di un sottomarino tedesco, a venti minuti al largo dell’Old Head of Kinsale, sulla costa meridionale dell’Irlanda. Il Lusitania (la nave più grande e lussuosa dell’epoca), partito da New York, era quasi arrivato a destinazione e il suo affondamento fu così rapido (durò solo 18 minuti) da portare all’annegamento di più di 1100 passeggeri, tutti civili. I soccorritori, si narra, videro galleggiare in mare un pianoforte con su distesa una ragazza…
Ritorna nel racconto di Morpurgo il Lusitania, ma la voce narrante che apre il libro ci porta nelle isole Scilly, isole dell’Oceano Atlantico, a circa 45 km dalla punta più sud-occidentale della costa dell’Inghilterra (Land’s End), uno scrittore ci racconta la storia dei suoi nonni, così come se l’è sentita raccontare da loro stessi e da altri parenti.
Il giovane Alfie è riuscito, a insaputa della madre, a saltare un giorno di scuola e ad andare a pesca con il padre, i due, alla ricerca di sgombri, si avvicinano alla piccola e disabitata isola di St. Helen, un tempo lazzaretto , un’isola utilizzata in passato come quarantena per prevenire malattie infettive come la febbre gialla o il tifo: marinai o passeggeri venivano lasciati lì, soli e senza molte possibilità di sopravvivenza. Vicino all’isola, padre e figlio sono attirati da un lamento e, inizialmente un po’ timorosi, approdano sulla spiaggia per rintracciarne la provenienza. È Alfie il primo a vederla: una ragazza spaventata, vestita di stracci e con una coperta grigia attorno alle spalle. Il terrore la fa fuggire, ma non ha le forze per una fuga e così perde i sensi, i due la portano il più velocemente possibile a casa, a Green Bay, sperando che Mary, la madre di Alfie, sappia come prendersene cura.
La ragazza pian piano si riprende, almeno fisicamente, perché non si sa nulla di lei, a parte quello che sembra il suo nome “Lucy”. Le uniche tracce del suo passato sono un orsacchiotto e una coperta ritrovati nel lazzaretto e da cui non si separa mai. La coperta, però, ha cucito sopra un nome tedesco e questo getta delle ombre sulla sua provenienza…
A parte la voce dello scrittore, si alternano altre voci: quella del dottor Cow, con stralci tratti dal suo diario e quella di una ragazza, Merry, partita da New York per raggiungere il padre ferito in guerra in Inghilterra.
A risvegliare la vitalità in Lucy contribuiscono, oltre alle cure di Alfie, Marie e Jim, la musica, in particolar modo l’Andante Grazioso di Mozart (il pensiero va subito a La domanda su Mozart, sempre di Morpurgo) e il cavallo dell’isola, Peg, con lei docile e attento (anche qui, ovviamente, il pensiero va a War Horse).
La guerra che mostra, anche nel piccolo mondo di Green Bay, cosa comporti la diffidenza e l’ostilità cieca che non sente ragioni, mostra anche gesti di umanità, di solidarietà incondizionata e di pace. Questi ultimi gesti, alla fine, sono quelli che illuminano tutto il resto e rendono grande anche la storia di una singola famiglia.