A Ritrovar le Storie, si intitola un albo, come per magia, antico e modernissimo, scritto da Annamaria Gozzi e Monica Morini e illustrato, immergendosi tra piume d’oca, oceani e boschi, da Daniela Iride Murgia.
Se le storie si ritrovano, vorrà dire che da qualche parte si erano perse, chissà dove e chissà come, ma fortunatamente, voltando le pagine, ritornano, nelle voci che ricordano, che si raccontano e nei libri che hanno dentro tutto.
“Tanto tempo fa, quando i pesci volavano e le rape crescevano sugli alberi, le storie se ne andavano a spasso portate dal vento”, pian piano però le parole erano rimpicciolite e, con loro, si erano accorciate le storie fino a quando le bocche erano diventate mute. Un’estate qualcosa cambia, a partire da una parola: quando il Saltimbanco e un’Oca arrivano nel paese di Tarot, nessuno li vede; i due escono in bicicletta da una piccola tenda e vanno in giro con un cartello con su scritto solamente “bicicletta”. Per diversi giorni non accade nulla, fino a quando una donna ricorda una bicicletta rossa e il ragazzo moro che la guidava, condivide il ricordo con un bambino, che si ferma ad ascoltarla, e i due cominciano a parlare.
A Tarot, da tanto tempo nessuno si parlava più, eppure ora, come una miccia accesa, i racconti sembrano non potersi più fermare, le storie si susseguono coinvolgendo chiunque si trovi nei paraggi, mentre il Saltimbanco scrive le parole chiave di queste ritrovate voci: so fare, paura, animali, morte, alberi, musica, amore, scuola, nascondiglio, libri, vita.
Per tutta l’estate le storie crescono e Tarot brulica di parole; il Saltimbanco va via, in una notte d’autunno, ma sulla piazza del paese resta una piuma d’oca a disegnare un gioco antico che invita al racconto.
Siamo anche noi invitati a giocare al Gioco del paese di Tarot che scopriamo essere, in fondo al libro, un gioco dell’oca, in cui ogni casella pone delle domande, ci chiede una storia.
A Ritrovar le Storie, edito da Edizioni Corsare, fa parte della collana Teatridicarta (come Esco così mi perdo, di cui via abbiamo parlato qui), e dal libro è tratto Conta che ti conto, un laboratorio spettacolo del Teatro dell’Orsa. Il racconto di Annamaria Gozzi e Monica Morini parte tra una filastrocca (Conta che ti conto / la vita si racconta / tiritiritera / questa è una storia vera) e porta il segno di una forte tradizione orale, di una narrazione che passa di generazione in generazione, dove i libri hanno un ruolo non da poco (chiariscono la vita, e la vita chiarisce i libri).
Un albo ricco di suggestioni e di riferimenti antichi, come il gioco dei tarocchi (che rieccheggia nel nome stesso di Tarot) e la presenza stessa dell’oca, un testo poetico, in cui si affaccia, come gatto, la presenza di Emily Dickinson.
Le illustrazioni di Daniela Iride Murgia (che già ci era piaciuta molto qui), impreziosiscono ulteriormente il testo con la loro unicità e riescono a trasportarci fino a Tarot e a farci galleggiare, come i pesci che volano, tra una storia e un’altra.