Marguerite Duras, Ah! Ernesto, illustrazioni di Katy Couprie, Rizzoli
Oggi Eleni, la mia amata nipote, comincia la scuola.
È emozionante seguirla, seppur lontana, in questo importante passaggio di vita. Posso intuire i pensieri dei suoi genitori ma certamente non posso intuire quello che si agita nella sua testolina riccia, anche se ricordo bene il mio primo giorno di scuola, forse perché all’insegna delle lacrime (appena andata via la mamma, la maestra mi assegnò un posto in un banco lontano da mio fratello gemello).
Ora, guardandomi indietro vorrei dirle che, sì, la giornata di oggi ha tutta la solennità di un inizio, quello di un percorso scolastico che le metterà in mano parte degli strumenti con cui potrà scegliere e costruire il proprio futuro, ma – proprio guardandomi indietro dopo così tanti anni – vorrei anche dirle che questo momento è da vivere con leggerezza, con occhi curiosi e sorrisi da spargere in giro per la classe.
Pensando a oggi, a Eleni e ai tantissimi bambini e bambine che, come lei, stanno cominciando la scuola dell’obbligo, mi è tornato in mente un libro prezioso, pubblicato da Rizzoli nel 2018, il primo e unico libro di Marguerite Duras rivolto ai bambini: Ah! Ernesto.
Si tratta di un’opera, è bene dirlo subito, felicemente sovversiva. Se cercate un albo per raccontare come sia bello, divertente e rassicurante andare a scuola, conoscere le maestre, avere nuovi compagni di classe e imparare tante cose nuove, questo albo non fa certamente per voi.
Se non temete un testo che mette in discussione il lettore, con tutte le sue convenzioni/convinzioni e abitudini, e – soprattutto – se non temete di avere i capelli scompigliati da una ventata di libertà, ecco qui il testo perfetto.
Non andrò più a scuola
Ernesto torna a casa dal primo giorno di scuola con le idee ben chiare: non ci tornerà più.
Il perché è presto detto: “a scuola mi insegnano cose che non so!”.
La scelta di Ernesto porta subbuglio in casa e a scuola, qui il piccolo è ricevuto dal maestro, in un colloquio che coinvolge anche i genitori. Ernesto è irremovibile, d’altronde ha le idee ben chiare ed è difficile coglierlo in fallo, il maestro invece sembra quasi impreparato, sin dal principio dimostra poca attenzione, non ricordandosi neanche chi sia questo bambino che non vuole andare a scuola e perdendo facilmente la pazienza davanti alle sue pronte (e per niente stupide) risposte.
I dialoghi che coinvolgono genitori, bambino e maestro sono divertenti, assurdi e politicamente scorretti.
I genitori sottolineano che nessuno nota il figlio (“ha l’aria di niente), che è orbo, che diventerà un cretino… Il maestro interroga il bambino, cercando di dimostrarne l’ignoranza, ma l’alunno dimostra una conoscenza e un intuito che vanno oltre le nozioni scolastiche e che non possono essere ingabbiati.
Il maestro, orgoglioso di dar prova di saggezza, continua la sua inchiesta: se non gli si può insegnare ciò che non sa, come potrà, Ernesto, imparare da ciò che sa e – soprattutto – che cosa sa?
Anche in questo caso Ernesto ha le idee più chiare di tutti, e lo dice a voce chiara:
“NO, io so dire NO ed è più che sufficiente”.
Ernesto si stuferà presto di rispondere alle domande del maestro e ritornerà a casa da solo, lasciando maestro e genitori, scombussolati e incerti, a interrogarsi sul suo futuro.
Ah! Duras
Ah! Ernesto è un libro che, pur essendo sempre attuale, parla molto della sua epoca, nasce infatti dopo gli avvenimenti del Maggio del ‘68, le cui contestazioni avevano anche rimesso in discussione il sistema educativo vigente; il nome del piccolo sovversivo, Ernesto, è poi un omaggio dell’autrice a Che Guevara (catturato e ucciso in Bolivia nel 1967). Il libro, pubblicato nel 1971 da François Ruy-Vidal, non ebbe successo, attirando su di sé e sull’editore molte reazioni ostili, e restò l’unico testo della Duras per bambini, ritenuto anche in tempi più recenti troppo sovversivo e per questo impubblicabile. Fortunatamente, complice un importante anniversario (il centenario dalla nascita dell’autrice), il testo è stato finalmente riportato alla luce alla fine del 2013 dall’editore francese Thierry Magnier, prima di giungere finalmente in Italia, grazie a Rizzoli.
Rispetto all’edizione francese (che presenta questi materiali in un volume a parte), l’edizione italiana contiene delle note finali che ricostruiscono la storia del testo e della sua pubblicazione attraverso le testimonianze degli editori Magnier e Ruy-Vidal, oltre a lettere tra autrice ed editore, foto dell’epoca e immagini del testo originale dove è visibile l’attento lavoro della Duras sul suo racconto. L’edizione italiana è poi aperta da una Premessa della traduttrice, Cinzia Bigliosi, che si aggiunge a un corale di voci che rendono giustizia al valore del volume.
Ah! Ernesto è illustrato da Katy Couprie che – anche lei sovversiva – non ci mostra Ernesto, il maestro o i genitori: con uno spirito affine a quello del giovane protagonista dell’albo, ci spalanca davanti agli occhi un gabinetto delle meraviglie, quasi un invito a guardare/toccare e conoscere il mondo, al di là delle pagine di un libro.