Per questa prima uscita del 2015 della rubrica dedicata ai poeti e ai versi ho scelto una poesia di Ada Negri (classe 1870) che, per chi non lo sapesse, fu la prima e unica donna a essere ammessa all’Accademia d’Italia, un’istituzione culturale operante tra il 1929 e il 1945. Figlia di un manovale, morto quando Ada aveva solo un anno, e di una tessitrice, grazie ai sacrifici della madre, riscattò la sua posizione sociale diventando maestra. La poesia s’intitola Il dono e qual è il dono più grande se non la vita, questi giorni, mesi e anni di cui siamo gli assoluti protagonisti. Ognuno con la sua storia, si va avanti improvvisando, senza copione, affrontando i colpi di scena, gli arrivi, le partenze e noi a dover gestire tutto, sbagli compresi. E la vita, si sa, è fatta anche di attese, spesso disattese, ma, in fin dei conti, non possiamo far altro che continuare a vivere, amare e vivere.
Il dono
Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: “È oggi”:
ad ogni giorno che tramonta io dico:
“Sarà domani”. Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.