Avete mai udito la voce dei colori? E il profumo delle parole, lo avete mai sentito? E il buio…che sapore ha?
Jimmy Liao ce lo racconta in una storia che di profumi ne ha molti: di infanzia e di fanciullezza, di vecchi giocattoli e di giochi antichi, di conte, penitenze, di amici inseparabili, e di adolescenza, di maturità, della difficoltà di crescere e di stare dentro la propria pelle.
Tutto questo, Jimmy Liao lo racconta facendo entrare ed uscire da diverse stazioni della metropolitana una ragazzina quindicenne, e insieme a lei tutti coloro che hanno letto questo libro e hanno trovato nelle sue fatiche un po’ delle proprie fatiche, nelle sue paure le proprie paure, nel suo incedere coraggioso attraverso l’oscurità quel coraggio che tutti vorremmo avere.
Questa intrepida, piccola persona avanza ogni giorno nel buio da quando, ancora bambina, ha iniziato a perdere progressivamente la vista. Il suo viaggio è iniziato così.
Il nostro invece inizia il giorno del suo quindicesimo compleanno, alle sei e cinque del mattino.
Ci dirigiamo insieme a lei, armata di occhiali e di bastone per non vedenti, verso la stazione della metropolitana. Alle calcagna il suo inseparabile cagnolino bianco.
Con cautela e circospezione ci caliamo in un tunnel che sembra condurre fin dentro le viscere della terra. Silenzioso e lunghissimo. Il passaggio si inserisce in un mosaico di impalcature che evoca le immagini di Escher, e dietro le impalcature…un coniglio! Con i suoi giganteschi occhi spalancati ci osserva. L’immagine di lepri e conigli spesso fa pensare alla notte: sono creature che dormono di giorno e sanno muoversi nell’oscurità, come la nostra compagna di viaggio.
Tracce di creature di altre ere ed altri continenti ci accompagnano in questa discesa: qua e là un pinguino, un dinosauro… Ma ecco che la metropolitana arriva!
Partiamo da una piccola stazione sconosciuta in direzione di un’altra piccola stazione sconosciuta. E ci troviamo a condividere il vagone con una moltitudine di personaggi stipati come sardine. Ma il sonno si insinua anche nei luoghi più affollati e più inattesi, e la nostra piccola amica lentamente chiude gli occhi e inizia a sognare.
Forse è ancora tra le braccia di Morfeo quando incontra le elefantesse del circo che in fila indiana, avanzando lentamente, con i loro passi pesanti, la rasserenano e la guidano verso l’uscita della metropolitana.
La luce del sole si diffonde tiepidamente e ci accarezza la pelle, un fruscio di foglie cadenti ci avvolge dolcemente: siamo in una foresta d’oro e due dei tre porcellini della nota fiaba ci spiano curiosi.
Voltiamo pagina e…all’improvviso è estate. Il terzo porcellino ci fa compagnia sopra un’immensa casa-albero, dai cui rami ci sporgiamo a cogliere mele mature. Saremo così fortunati da cogliere il frutto più succoso?
E da qui di nuovo ripartiamo, verso la prossima meta, pronti a qualunque cosa il destino vorrà riservarci. Affrontando tutte queste discese ardite e le risalite, la nostra piccola compagna di viaggio si accorge di non ricordare più la sensazione di ammirare un cielo azzurro, eppure… ancora si emoziona pensando tutte le forme che le nuvole possono assumere.
Giusto il tempo per aprire il cuore a questa nuova considerazione, che subito il viaggio ricomincia. E di nuovo scendiamo e ci perdiamo, scopriamo scenari sempre nuovi e inaspettati.
Se vi sembra che questa trama non abbia senso, probabilmente è per il semplice fatto che questo libro una trama non ce l’ha. E’ il racconto di un viaggio, di un continuo interrogarsi sul senso della vita e delle esperienze che ci è dato di fare.
Ma questa risacca di emozioni non rispecchia forse la vita di tutti? Con i suoi alti e bassi, con il suo girovagare senza sapere a volte dove veramente siamo diretti, con le incessanti domande che poniamo a noi stessi e alle quali, qualche volta, ci sembra di trovare una risposta.
Sfogliando le pagine sembra di cogliere frammenti dei propri ricordi d’infanzia che Jimmy Liao, non si sa come, conosce ed è riuscito ad amalgamare ai suoi disegni. Nei vagoni della metropolitana incontriamo l’uomo di latta, Cappuccetto Rosso e pure il lupo, probabilmente anche loro impegnati nella propria personale ricerca.
Ma cos’è che andiamo cercando tutti quanti? La protagonista di questo racconto lo sa molto bene:
Cerco la mela rossa più dolce.
Cerco la foglia d’oro perduta.
Cerco un lieve scintillio nel mio cuore.
Per chi avesse amato questo libro quanto me, segnalo la mostra Dialogo nel buio presso la sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano. Si tratta di un percorso di oltre un’ora nella totale oscurità accompagnati da esperte guide non vedenti.
Un viaggio che permette di sperimentare un nuovo modo di “vedere”, affidandosi al tatto, all’olfatto e al gusto. L’occasione che si presenta è quella di riscoprire una realtà che crediamo di conoscere attraverso modalità nuove, per capire che “la vita anche per chi non vede non è vuota né triste. È, per alcuni aspetti, semplicemente diversa ”.