Dracula di Bram Topker ovvero non perdete Topolino in edicola!
Un paio di settimane addietro navigavo pigramente in rete, lo scroll che andava su-e-giù su-e-giù con annoiata rassegnazione, quando, all’improvviso, qualcosa attira la mia attenzione. Mia e del mio mouse. Un altro mouse!
Il mouse più famoso del mondo che – riportava il breve spoiler – per il centenario della morte del papà di tutti gli Edward Cullen e Lestat de Lioncurt, Bram Stoker, si sarebbe adornato di mantello, collane d’aglio e paletti di frassino in una storia di vampiri che Stephenie Meyer farebbe bene a prendere qualche ripetizione in merito: Bram Topker.
Così, come fosse un altro anniversario – quello dei miei quattordici anni – sono tornata di corsa in edicola e, in pigiama, ho chiesto: “Un Topolino, per favore“.
Dracula di Bram Topker: la trama
E qui comincia l’avventura. Premetto che sarò di parte (stra-di-parte), che io tutto quello che la Disney mi faceva trovare in edicola lo compravo avidamente, e che i miei anni passati a credermi un gotico personaggio dei libri della Rice me li sono fatti tutti, ma questa storia ha uno sviluppo, un’ironia (quasi) adulta e, soprattutto, un’idea che di rado ricordo di aver mai trovato nelle grandi saghe del Topolino.
La storia (con i testi di Bruno Enna e i disegni di Fabio Celoni) in breve: l’avvocato Jonathan Ratker (Topolino) si reca con la sua sempiterna compagna di cuore e di avventure Minnina Murray (Minnie) nella suggestiva Transilbarbabietolania per curare una compravendita di terreni vicino Londra ad opera del misterioso Conte Vlad III della Malacchia, per gli amici: Dracula. Quello che a prima vista pareva soltanto un nobile un po’ eccentrico e molto spettrale, si rivelerà ben presto una terribile creatura che tinge le notti senza luna di rosso… barbabietola! Ebbene sì, niente colli e niente sangue, siamo pur sempre in fascia protetta. Il Conte ha una passione per le orecchie delle sue vittime, che mordicchia sussurrando loro stravaganti ricette culinarie a base di barbabietole e trasformandole niente meno che in ortaggi.
E se siete svegli come il dottor Pippo Van Helsing (strampalato esperto di botanica soprannaturale) ci sarete già arrivati anche voi, miei cari Sherlock: se è di fanciulle e di orecchie che si parla, chi più di Minnina Murray potrebbe soddisfare i curiosi desideri del nostro Dracula sui generis?
Riusciranno i nostri eroi, aiutati dagli immancabili compagni di viaggio presi da Topolinia e trapiantati tra l’Inghilterra e la Transbarbabietolania a salvare i padiglioni auricolari dell’indifesa (mica poi tanto) Minnina dai famelici canini del Conte della Malacchia? Io non ve lo dico. L’ho letto, ma non ve lo dico. Così come non vi dico di andare in edicola prima che il sole tramonti e nelle vostre morbide orecchie comincino a risuonare curiose, umide cantilene sulle barbabietole. Io vi lascio solo con una citazione di Pippo Van Helsing.
Chi ha orecchie grandi come tende per intendere, evidentemente intende!
E poi, non dite che non vi avevo avvisati.