Tempo fa è capitato che mio figlio mi chiedesse quale fosse il suo talento, avrà avuto sei o sette anni, allora ci siamo seduti e abbiamo cominciato a pensarci su. Ci guardavamo perplessi, non si trattava di trovare cose che sapeva fare, si trattava di trovare un talento. Alla fine mio figlio mi ha guardato rassegnato, non era riuscito a trovare niente, così ho dovuto spiegargli che, probabilmente, era ancora presto per attribuirsi un qualche talento e che già il solo fatto di chiederselo lo metteva sulla buona strada, quello della ricerca.
Anche Alex, il protagonista di Un tipo nella media, è alla continua ricerca di un modo, una qualità che lo faccia uscire da quella terra di mezzo che è l’ordinarietà. Eppure non c’è nulla di male nell’essere un tipo nella media, altresì è meraviglioso avere voglia di essere straordinari. Alex è così, riconosce i suoi limiti e ha tantissima voglia di superarli. Vorebbe essere più ordinato, meno distratto, più bravo a scuola, meno svogliato, ma non sa come fare. Allora si concentra, ma più si concentra più il pensiero vola da un’altra parte. Si guarda attorno, osserva i suoi compagni di classe e ha un’idea precisa di chi è migliore di lui, Ines per esempio. Uh quanto gli piace!
Poi c’è la sua maestra che gli fa fare tanti temi pieni di domande difficili, eppure, un giorno sarà proprio il tentativo di rispondere a una di queste domande a fargli trovare ciò che cercava, questo e un inaspettato, voluminoso regalo: un pianoforte. Quel mobile così ingombrante e pesante suscita subito la curiosità di Alex e i suoi genitori gli procurano un’insegnante di musica. Certo è difficile, ci vuole tanto impegno e tanta fatica, ma Alex per la prima volta in vita sua è determinato a non mollare e lavora sodo fino a imparare velocemente a suonare le prime cose. Questo lo fa pensare e arriva alla conclusione che ci vuole duro lavoro per fare qualunque cosa. Dunque è questo il segreto o ci vuole altro? All’improvviso Alex si fa un mucchio di domande, è proprio diventato un tipo curioso!
Proprio un bel percorso quello del piccolo Alex, un percorso al quale contribuiscono genitori e insegnante, incoraggiandolo a trovare la sua strada. Infatti, se non si sottolineano i fallimenti non ci si può sentire delle nullità e non si fomentano sentimenti di inadeguatezza e di mancanza di autostima. Perchè quando si è ancora piccoli è importante che gli altri credano in te per poterci credere anche tu.