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Myra sa tutto (Il Castoro)

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Luigi Ballerini, Myra sa tutto, Il Castoro

Una volta finito di leggere Myra sa tutto, il nuovo libro di Luigi Ballerini, restano diverse domande in testa e non solo riguardo al futuro dei protagonisti (a tal proposito, spero arrivi presto il seguito della storia) ma anche e soprattutto riguardo le tante riflessioni che la lettura mette in moto, anche inconsciamente. Come mi era capitato con Dry, sebbene si tratti di due  volumi con storie e tematiche molto diverse, di notte la lettura si è insinuata anche nei miei sogni, perché il romanzo distopico di Ballerini ci porta in un futuro indefinito che mette in discussione il nostro presente e, soprattutto, la direzione che gli vorremo e potremo dare.

Myra, pensaci tu

Nel futuro immaginato da Ballerini, la vita è davvero molto semplice: Myra, un sistema operativo integrato nella vita di ogni cittadino, sa tutto di tutti. Questo le permette di anticipare e soddisfare desideri e bisogni, di conoscere e segnalare eventuali cambiamenti e problemi di salute, di rispondere a qualsiasi domanda le venga posta, spesso rendendo anche inutili le domande, visto che lei sa già (o, meglio, sembra sapere) che cosa sia meglio per ciascun utente. In un mondo in cui la carta è venuta meno, tutto è affidato al digitale e alle connessioni di rete, così Myra ha accesso a qualsiasi tipo di informazione: gusti musicali e cinematografici, passioni, amicizie e passatempi… registra anche il battito del cuore con i suoi mutamenti che tanto raccontano di ognuno di noi e delle nostre emozioni. Come se non bastasse il grande occhio onnipresente di Myra, la vita di ognuno è già in vetrina sul social My Life, dove ogni foto è patinata e costruita per mostrarsi al meglio, sia nei momenti felici che in quelli tristi.

A Myra in molti si affidano anche per trovare la propria anima gemella ed è così che vengono abbinati Ale e Vera, due adolescenti che – lo capiamo da subito – hanno idee differenti: Vera dimostra, pur non rivelando apertamente il suo pensiero, una certa insofferenza nei confronti di Myra e di tutto ciò che questo sistema operativo comporta, mentre Ale ne è entusiasta, tanto da candidarsi per la funzione Total, ovvero l’impianto di un nanochip direttamente nel cervello, per rendere la comunicazione con Myra immediata, senza bisogno di parole.

A dispetto della diffidenza iniziale di Vera, l’abbinamento con Ale però è davvero ben riuscito e i due ragazzi cominciano a frequentarsi e a piacersi sempre di più. Vera scopre così che Ale è un ragazzo intelligente e curioso, di cui può fidarsi e pronto a mettere in discussione ciò a cui ha sempre creduto.

La narrazione del romanzo si muove su più piani: c’è quello che scorre in superficie, dove tutti vivono accettando – anzi, apprezzando e lodando – la presenza e l’invadenza di Myra nella propria quotidianità, c’è il Direttore, attraverso il quale entriamo nelle stanze di chi lavora nel Myra Data Center e sa, almeno in parte, che cosa nasconde l’uso di questo sistema operativo, infine c’è un gruppo di giovani, a cui appartiene Vera con i suoi amici Pam e Tom, che ha rotto, potremmo dire, il velo di Maya e, avendo scoperto la realtà, si muove per cambiare le cose. Opporsi al governo vigente, però, non è semplice, si tratta di una vera lotta (partigiana dati i nomi di battaglia, che sono anche un omaggio a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury) con un Fronte che si oppone a una dittatura invisibile ma non per questo meno pericolosa.

Comodità o libertà

Myra sa tutto è un romanzo avvincente certamente per la trama, ma è anche un romanzo importante per le riflessioni che mette in gioco.

Al lettore non può sfuggire, infatti, che parte del futuro distopico in cui vivono Vera e Ale è già presente: sovraesposizione sui social, geolocalizzazione tramite cellulare (tanto comoda quando si usano le mappe, per esempio), applicazioni che rendono la vita molto più semplice e comoda e che usiamo quotidianamente, dall’ordinare la spesa a casa al conteggio del numero di passi fatti in una giornata.

Tutti, più o meno consapevolmente, siamo immersi in questo mondo: lo vediamo quando, collegandoci a una piattaforma di streaming, ci vengono già offerti dei contenuti che – secondo le nostre scelte precedenti – vengono valutati come adatti al nostro gusto, lo vediamo anche nel momento in cui, mentre siamo online, appaiono sui nostri schermi delle pubblicità mirate, legate ai nostri bisogni del momento, tanto che a volte sembra che appaiano quasi magicamente e non in seguito a una precedente ricerca online.

La realtà presente è portata alle estreme conseguenze: nel mondo “dominato” da Myra non esistono più libri cartacei, non esistono più la carta, le penne… tutto è stato spostato sul digitale. Impossibile? Nel mio piccolo la lettura mi ha fatto pensare ai tanti taccuini e quaderni riempiti nel passato (tutte parole di cui mi resta ricordo e traccia) e a quanto poco scriva ora a mano e mi sono chiesta quanto effettivamente i ragazzi di oggi scrivano ancora a mano i loro pensieri/sentimenti/ricordi e quanto affidino invece se stessi ai social, dove tutto è condiviso ma allo stesso tempo tutto è molto più effimero.

Certamente lo scopo di Ballerini non è la condanna della rete e dei social, ma – soprattutto per chi si è ritrovato a nascere e crescere immerso nel digitale – è importante che si attivino un uso attento e un pensiero critico, in modo da poter usare gli strumenti a nostra disposizione senza esserne usati. Si tratta, infatti, di una scelta tra comodità e libertà.

Essere liberi richiede più impegno, ma essere liberi di scegliere può fare scoprire qualcosa di inatteso, fosse anche solo un film che non rientra nella griglia “scelti per te”.

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