Quando cominciare a parlare di scienza ai bambini?
Chris Ferrie, fisico e matematico, non ha dubbi: non è mai troppo presto!
Proprio Chris Ferrie è l’autore di una nuovissima collana, Baby Scienziati, edita da il Castoro, e rivolta ai bambini più piccoli.
Ricercatore presso l’Università di Sidney, Ferrie è anche padre di quattro bambini ed è dall’unione di questi due mondi che nascono questi albi pensati per stimolare l’interesse per la scienza sin dalla più tenera età.
I primi due volumi
I primi due volumi della collana sono Relatività generale e Ingegneria spaziale: buchi neri e onde gravitazionali e le basi dell’ingegneria spaziali diventano, grazie a illustrazioni e a spiegazioni molto semplici, concetti comprensibili per i più piccoli e (perché no?) anche per i genitori che hanno qualche lacuna in campo scientifico.
Tra i due volumi, ho trovato certamente più chiaro e accessibile Ingegneria spaziale (ritornando al discorso di lacune, le mie), soprattutto pensando a come questi libri possano stimolare domande che vanno oltre quanto esposto nel testo, domande che rischiano di trovare il lettore adulto impreparato.
In effetti, leggendo per curiosità i pareri di chi ha già “sperimentato” la lettura della collana con i propri piccoli (guardando quindi alle edizioni originali dei volumi, sul mercato da più tempo), ho trovato pareri entusiasti soprattutto da parte di genitori con una buona formazione scientifica, ma non solo. C’è anche chi apprezza il fatto di poter imparare qualcosa insieme a proprio figlio (c’è forse un tempo per smettere di imparare?).
Semplice, non semplicistico
Essendo rivolti ai lettori in età prescolare, i libri sono resistenti e cartonati. Anche se si parla ai più piccoli, non è evitato l’uso – quando è necessario – di un linguaggio tecnico: così spuntano nel testo “la portanza” (la forza esercitata verso l’alto), “la singolarità” (il centro di un buco nero), “la spinta” (la forza che fa avanzare un razzo)…
Chris Ferrie pensa che “Basta una piccola scintilla per accendere la mente di un bambino”, e lo dimostra trovando il modo di comunicare in maniera immediata le idee complesse alla base della scienza moderna, apparentemente considerate inaccessibili ai bambini. Trovare il modo giusto di comunicare è infatti importante tanto quanto ciò che si comunica, nel rispetto delle esigenze di ogni età.