Benji Davis, La balena della tempesta in inverno, Giralangolo
Per quanto raro sia avvistare esemplari di balena, non è così difficile, invece, vederli esibirsi in una danza fatta di tuffi, getti d’acqua, sinuosi movimenti della coda.
Si tratta di uno spettacolo meraviglioso che l’uomo si limita a osservare senza riuscire ancora a decifrarlo, e reso ancora più affascinante dai misteriosi ultrasuoni che lo accompagnano, il mitico “canto delle balene”.
Forse è questo uno dei motivi che hanno fatto del più grande e maestoso essere vivente sulla Terra un animale totemico protagonista di numerose leggende, una creatura affascinante che da secoli stimola l’immaginario di numerosi artisti e autori.
Le tracce del fascino esercitato dalle balene si ritrovano, per esempio, nel capolavoro di Melville e in quello di Collodi (o, meglio, delle successive versioni di Pinocchio, parlando il testo originale di Collodi del “terribile Pesce-cane”) che, tuttavia, restituiscono un’immagine del cetaceo decisamente mostruosa. Moby Dick e la balena di Pinocchio sono i re incontrastati del mare, di fronte ai quali qualsiasi creatura sarebbe spacciata.
Ma, per fortuna, l’immagine mitica e terribile della balena rimane confinata nel contesto fittizio di questi romanzi in cui assume comunque un significato simbolico importante, facilmente rintracciabile.
E, sempre per fortuna, non mancano i libri in cui la balena, invece di avversare l’uomo, lo salva, viene salvata o addirittura diventa sua amica. Tutto ciò accade nella storia del piccolo Nico e della balena della tempesta.
Una balena per amica
La balena della tempesta in inverno (Giralangolo), di Benji Davies, è il seguito del fortunatissimo La balena della tempesta. Nel primo episodio il piccolo Nico era alle prese con una balena che aveva aiutato a prendere il largo, salvandola da morte certa se fosse rimasta ancora spiaggiata.
Adesso è inverno. Nico si avventura sulla superficie ghiacciata del mare alla ricerca del padre pescatore, uscito per una battuta di pesca. Finalmente riesce a scorgere il peschereccio incagliato ma scopre che il padre non è lì. Nico ha paura e non sa cosa ne sarà di lui. Ma ecco arrivare la balena della tempesta che spinge la barca verso il faro in cui si è rifugiato il padre di Nico. I due sono salvi e la balena ha avuto la possibilità di restituire il favore al suo piccolo amico umano.
L’amicizia e il rapporto uomo-natura
La balena della tempesta è la storia bellissima di un’amicizia inconsueta, quella tra un bambino e una balena. In La balena della tempesta in inverno il legame tra i due ha avuto il tempo di rafforzarsi, al punto che Nico immagina la sua amica affiorare dal mare poiché ne avverte terribilmente la mancanza. L’aiuto della balena, accorsa con la sua famiglia, giunge inatteso ed è l’evidente reazione di un amico quando sente che l’altro è in pericolo.
Le caratteristiche di questo legame, che supera miglia e miglia marine, fanno riflettere anche sull’importanza del rapporto uomo-natura. Nico e la balena, appartenenti a due mondi apparentemente lontani, non possono comunicare tra loro con parole o ultrasuoni. Ma i due riescono a capirsi in un modo che va al di là di ogni linguaggio convenzionale, dimostrando come l’uomo e la natura siano più simili di quanto si pensi.
Le illustrazioni
Agli occhi di un bambino questa splendida storia di amicizia non può che risultare meravigliosa anche per le delicate illustrazioni di Benji Davies.
Il tratto semplice, la scelta dei colori, la dolcezza delle espressioni comunicano la bellezza dei sentimenti di cui quest’albo si fa portavoce.
Immagini a tutta pagina e inquadrature più piccole dai contorni sfumati si alternano dando vita alla storia. Le prime sono quelle più evocative, quelle in cui si ha l’impressione di correre nella neve con Nico o nuotare con le balene. Le seconde focalizzano l’attenzione sulle azioni che permettono alla storia di andare avanti.
La neve, che cade copiosa sul mare, la luce della lanterna, la foschia grigiastra creano un’atmosfera notturna degna di un paesaggio lunare o di quello incantato di una fiaba norvegese.
Ma presto la neve e il grigiore lasciano posto alle tinte tenui della primavera. Tornano il sole, il cielo limpido, il mare calmo: la paura dell’inverno e di quella brutta avventura è ormai svanita. Quello che rimane è la bella sensazione di un’amicizia fortissima, l’amicizia tra un bambino e una balena.