E siamo giunti alla sesta avventura ambientata a Fairy Oak e al terzo mistero che la fatina Felì ha deciso di svelare alle sue amiche, incuriosite dai suoi racconti sull’incantato villaggio. In questo esilarante volume protagoniste sono la simpaticissima e colorata Flox e una serie di follie che accadono solo quando a Fairy Oak arriva l’autunno!
Titolo: Flox sorride in autunno
Autore: Elisabetta Gnone
Serie: Fairy Oak #6
Editore: Salani
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Il libro: Un giorno di settembre, qualcuno commette una stranezza più strana delle solite stranezze, e da quel momento, per un mese, a volte due, da Fairy Oak è bandita la normalità. Gli abitanti del villaggio la chiamano “La Danza delle Follie di Stagione”.
È esilarante quel che avviene in quei giorni, e bellissimo, perché ciascuno dei personaggi sembra dare il meglio di sé quanto a fantasia, forza, abilità e stravaganza. Anche gli alberi non scherzano, l’intera Valle sembra sotto l’effetto di un incantesimo, tanto accesi e variopinti sono i colori che la colmano.
Flox Pollimon, ha una teoria al riguardo: la migliore amica delle gemelle, la ragazza arcobaleno, la più buffa e dolce streghetta del buio di Fairy Oak ritiene infatti che basti guardare gli occhi di chi “danza” per capire che… Be’, lasciamolo dire a Flox, questa storia è dedicata a lei e all’amicizia, quella che ovunque ti volti te la ritrovi davanti e qualche volta ti lascia i lividi. E non solo sulla pelle…
Recensione
Dopo aver recensito Il segreto delle gemelle, L’incanto del buio, Il potere della luce e i primi due misteri di Fairy Oak, Capitan Grisam e l’amore e Gli incantevoli giorni di Shirley, eccoci giunti al terzo mistero: quello in cui Felì racconterà dell’amicizia.
Ho letteralmente adorato questo volume: ci ho trovato molto più umorismo ma, allo stesso tempo, pensieri profondi, osservazioni sulla vita e il primo, vero, reale incontro con il trascorrere del tempo. I bambini che abbiamo conosciuto stanno crescendo, iniziano a prendere coscienza della vita, con tutte le sue sfumature, dalla tristezza e solitudine della vecchiaia alla ineluttabilità della morte: l’autunno è la stagione in cui i colori esplodono e tutto il mondo sembra investito da una sorta di follia generale. È la scintilla che brucia prima del gelido inverno, quando tutti si rinchiuderanno a casa, davanti al camino, mentre la neve bloccherà le strade e renderà silenziosi i boschi.
A Fairy Oak, comunque, l’estate è ormai finita: è bellissima la maniera in cui Elisabetta Gnone descrive, nel capitolo iniziale, il passaggio dalla libertà della bella stagione, con le nuotate e le giornate infinite, all’incedere dell’autunno. Le giornate sono più fredde, ci si inizia a coprire con diversi strati di abiti, proprio come Flox, la migliore amica di Vaniglia e Pervinca. La ragazzina ha una vera e proprio filosofia per quanto riguarda i colori: li adora, li indossa, li colleziona, li vive. Proprio per questo è decisa ad analizzare e spiegare il perché della Danza delle Follie di Stagione.
Cos’è la Danza delle Follie? È una specie di smania che prende a tutta Fairy Oak quando arriva l’autunno! Un giorno, qualcuno fa qualcosa di strano e da quel momento iniziano ad accadere follie una dopo l’altra. Questa è stata sicuramente l’avventura che ho preferito finora: contiene la giusta dose di umorismo (soprattutto nella descrizione delle “follie” commesse dagli abitanti del villaggio), buoni sentimenti e… tristezza. Sì, soprattutto tristezza: perché l’autunno è una stagione piena di colori, è vero, ma che annuncia l’inverno, è un piccolo, bellissimo addio, proprio come questo terzo mistero fa da preludio all’ultimo, quello con cui saluteremo per sempre Fairy Oak.
Cosa s’impara leggendo questo volume di Fairy Oak? Che tutti hanno bisogno di qualcuno, di amici, di amore, anche (e soprattutto) chi non lo chiede o chi sembra non averne bisogno, che non bisogna mai fermarsi alle apparenze, ma ci si deve sforzare di capire gli altri, che gli anziani non sono una seccatura, ma una risorsa, che la morte non è solo dolore, ma una parte della vita, una cosa inevitabile, da accettare, proprio come gli addii e, infine, che fare domande è la maniera migliore per trovare risposte, anche alle cose più folli.