Francesca Brunetti, Una ragazza in cima, Sinnos
Una donna fuori dall’ordinario per quei tempi, questa è la sua storia: lei è Henriette D’Angeville e la sua coraggiosissima impresa fu quella di scalare il Monte Bianco. Torniamo indietro di duecento anni, la posizione delle donne non era certo quella di oggi, tantomeno i mezzi a disposizione, eppure nulla ha fermato Henriette anche se nessuno credeva in lei. Henriette vive in un paesino sperduto della Savoia e ha una passione speciale: ama la montagna. Alla morte del padre, si trasferisce a Ginevra da uno zio, ma anche in città Henriette non dimentica la sua montagna con i suoi 4810 metri d’altezza.
Un giorno Henriette decide che è tempo di provarci e lo fa anche se nessuno crede in lei, né lo zio, né le amiche, tantomeno gli specialisti del settore. Ma un’impresa del genere non si organizza mica in quattro e quattr’otto, ci sono un sacco di cose da organizzare, comprare, sistemare. Sciarpe, guanti, viveri e… il piccione viaggiatore! Vi verrà da ridere ma a quei tempi non c’erano mica i cellulari e un piccione, se ben addestrato, può tornare utilissimo in questi casi. Bene, tutto è pronto, accompagneranno Henriette sei guide alpine, cinque portatori e un mulattiere. La spedizione parte, più si sale e più il paesaggio cambia, fino a farsi tutto bianco e ghiacciato, bisogna stare molto attenti, i pericoli sono dietro ogni angolo. Ponti di ghiaccio, crepacci, tutto è fragile e basta mettere un piede in fallo perché tutto il cammino fatto vada perduto. Il freddo si fa intenso, vicino alla cima le temperature scendono sotto lo zero, bisogna coprirsi e trovare il fiato per andare avanti. Poi ci si mettono anche la nausea per la scarsità dell’ossigeno, la fame, il sonno e ovviamente la stanchezza. Ma Henriette non molla, a costo di morirci lassù. Ma ecco, finalmente sono in vetta, sono arrivati sul tetto delle Alpi. Dopo aver riposato iniziano la discesa, altrettanto pericolosa e complicata. Henriette è stanca ma felice, l’impresa è compiuta, Henriette da allora fu chiamata la “fidanzata del Bianco” e così passò alla storia.
Accompagnano tutto il racconto le bellissime e delicate illustrazioni di Marianna Coppo.