Iperborea, più che una casa editrice, è un’isola felice per lettori adulti.
Non appena si scorrono sullo scaffale della libreria i suoi volumi aggraziati, lunghi e un po’ più stretti del normale, con le copertine gentili e piene d’evocazione, si sa dove si sta andando.
Non solo nel Nord Europa, e nella sua letteratura sognante eppure sprovvista di tinte indecise, parlo di un viaggio ancora più figurato. Quello del rifugio in un altrove letterario più solido, più netto e più assicurato, magico ovviamente.
Ora questa sensazione è alla portata anche dei ragazzi, infatti sono appena usciti i Miniborei: la collana che prevederà 6 titoli all’anno per giovanissimi dai 7 ai 12 anni. L’apertura alla letteratura per l’infanzia arriva anche per festeggiare i trent’anni della casa editrice. Ed era ora perché pochi luoghi al mondo come il Nord Europa, territorio di riferimento per le pubblicazione di Iperborea appunto, sanno parlare ai più piccoli senza retoriche, con una cifra diretta e unica. Basti pensare a un personaggio su tutti: Pippi Calzelunghe. Non è un caso se uno dei primi titoli della collana Miniborei avrà la firma della creatrice di Pippi, Astrid Lindgren e sarà Greta Grintosa.
Classici da riscoprire con nuove traduzioni e nuove grafiche, ma anche contemporanei ancora poco noti da noi, come i libri di Katarina Taikon, illustrati da Johanna Hellgren (classe 1981), che ha scritto 13 libri sulla piccola Katitzi, una bimba rom di 7 anni che non si da per vinta di fronte a nessuna difficoltà.
Saranno di questo tenore (altissimo!) le sorprese che ci attenderanno nella produzione di qualità, portavoce di una tradizione centenaria che ha sempre posto il bambino, il suo diritto alla libertà, la sua messa in discussione del mondo degli adulti e l’affermazione della sua personalità al centro di ogni narrazione.
Io non vedo l’ora, anche perché penso che quello nordico sia un punto di vista troppo spesso liquidato come assodato e capito, ma è davvero così? Quando lessi ad esempio Il libro dell’estate di Tove Jansson, che non è classificato per ragazzi, riflettei tantissimo non solo sul centrale rapporto tra nonna e nipote, ma sul modo in cui i più piccoli venivano trattati. Una immane equità. Personalmente me la sono solo potuta sognare e, purtroppo, non avendola imparata quando ero piccola, ancora oggi rimane un’utopia discontinua da applicare con le mie bambine, ma quanto me la sarei augurata e quanto vorrei che loro potessero sperimentarla almeno un po’!
A proposito dell’iconica scrittrice scomparsa nel 2001, proprio questo mese tornano le strisce dei Mumin, la famiglia di troll finlandesi consigliati ai bimbi dai 7 ai 99 anni 🙂