E la storia cominciò. I primi racconti di Roberto Piumini, illustrazioni di Cecco Mariniello (Giunti)
Come nascono le storie? E dove vanno?
Come (e perché) nascono spesso è un mistero, le direzioni che prendono poi sono le più diverse una volta che, nero su bianco, finiscono su una pagina stampata e da questa alle orecchie e agli occhi di più o meno numerosi lettori (o, a volte, dentro un cassetto).
Ci sono storie che, una volta nate, non finiscono più. Prendono varie strade: racconti, poesie, romanzi, filastrocche… hanno visi, sembianze ed età differenti, vengono dal passato, dal presente o dal futuro, a unirle è la voce di un unico narratore che riesce a dare forme diverse al suo narrare ma la cui voce è unica, sempre ben riconoscibile, almeno quando la stoffa di tale narratore è una stoffa di buona qualità, che non si sgualcisce, che conosce le parole (nel significato e nel suono) e riesce a catturare l’attenzione di chi ha davanti, a far vedere attraverso una descrizione, a far ridere, riflettere o sognare.
Sicuramente di questa stoffa è rivestita la voce di Roberto Piumini.
Ma come sono nate le sue (prime) storie?
È lo stesso scrittore a raccontarlo, ricordando bene la data che diede avvio a tutto:
“[…] nel 1976 un terremoto diede una forte scossa all’Italia settentrionale e probabilmente anche al mio cervello”.
Fino a quel momento, infatti, Piumini aveva scritto solo poesie e, tra i lavori con cui si guadagnava da vivere, insegnava teatro a gruppi di adulti, in un corso che si teneva all’interno di una villa sulla riva occidentale sul lago di Garda. Qui, tra le tante attività, propose un gioco: ogni partecipante doveva scrivere una parole a scelta su un foglietto da inserire in un grande vaso, dopo aver poi diviso i partecipanti in gruppi, ognuno di questi avrebbe dovuto estrarre dal vaso tre parole e su queste improvvisare una scena.
Una simpatica suora di piccola statura estrasse le parole “zucca”, “lago” ed “alambicco”, da quelle parole cominciò l’improvvisazione mentre il maestro Piumini restava in disparte a guardare.
Qualcosa è scattato in quel momento, una scintilla che ha guidato la mano dell’autore a prendere carta e penna e a scrivere… “la storia di una zucca che galleggiava con difficoltà su un lago, e incontrava Chimico l’Alambicco, un avido falso scienziato, che…. eccetera eccetera”.
Da quel giorno in poi, le storie sono continuate ad arrivare, con naturalezza e urgenza, quasi fossero restate lì per anni in attesa del loro momento e così, scelte una ventina tra le prime redatte, ci fu il loro invio a una casa editrice, Nuove Edizioni Romane, e la loro pubblicazione in Il giovane che entrava nel palazzo; dopo due anni un’altra raccolta di racconti, Storie dell’orizzonte.
Tantissimi sono i libri che seguirono questi primi due e che hanno fatto di Piumini uno degli autori più amati e conosciuti non solo nell’editoria per l’infanzia.
In libreria, edito da Giunti, un prezioso volume raccoglie le due storiche prime raccolte, ma la nuova edizione “mischia i racconti in tavola” dividendo i 37 racconti in sei sezioni: Storie d’amore, Storie di guerra, Teste fine, Leggende, Scherzi e inganni, Mani che cantano.
Pur essendo divise in sezioni, le storie poi, recalcitrando, vanno da una parte all’altra: può spuntare l’amore in una storia di guerra, leggende nelle storie di mani che cantano, inganni per teste fini…
Ciò che colpisce, certo, in tutte le storie è scoprire come Piumini nasca già autore maturo: non c’è nulla di acerbo nella sua scrittura, nelle descrizioni, nei personaggi, nei toni; tutto si legge con grande piacere e invita a una lettura (coinvolgente) ad alta voce.
Come solito in ogni raccolta, a seconda del gusto e del cuore del lettore (o anche solo a seconda del momento in cui si troverà a leggere il volume), si resterà colpiti dall’una o l’altra delle storie ma non c’è racconto che non sia compiuto e che non raggiunga il suo scopo primo, il piacere di narrare e quello di ascoltare. Un certo sapore classico rende i racconti senza età, per questo — a distanza di qualche anno dalla prima pubblicazione — non risultano per nulla invecchiati, possono passare dal Medioevo ai nostri giorni con naturalezza, tutti sotto il potere magico e poetico della fantasia e dell’ironia.
A rendere ancora più prezioso il volume, le illustrazioni di Cecco Mariniello, pittore e già illustratore di altri volumi del suo amico Piumini e non solo (oltre che autore egli stesso di libri per ragazzi).