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E non mi fermo

A un secolo dalla nascita di Albino Pierro una raccolta di versi per ricordare uno dei più grandi poeti del nostro paese. Dodici poesie mirabilmente illustrate da Mara Cerri.
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E NON MI FERMO

 

Albino Pierro è stato un grande poeta italiano, ma io, che pur di poesia me ne intendo, lo scopro solo oggi grazie a questo libro Orecchio acerbo che raccoglie alcune tra le più belle poesie legate all’infanzia del poeta, altrettanto poeticamente, illustrate da Mara Cerri. Lo ammetto, non conoscevo Pierro, ma per fortuna ci sono i libri a colmare le lacune, in questo caso, un libro per bambini. E a noi di YouKid, che da tempo ormai proponiamo versi ai giovani lettori, non poteva sfuggire un albo di versi, tra l’altro, di un poeta che tra 1986 e nel 1988 è stato persino tra i candidati per il Premio Nobel della Letteratura. Le poesie che qui troviamo tradotte, nascono in realtà in dialetto tursitano, il poeta, infatti, nasce a Tursi il 19 novembre del 1916 e proprio nel 2016 si è festeggiato il centenario dalla nascita. L’infanzia a Tursi, in provincia di Matera, è quella ancora lontana dalla modernità, è un’infanzia fatta di giochi all’aperto, di piccole cose, piccole paure. Attraverso la lettura dei versi è facile immaginarsi un giovanissimo Albino alle prese con l’imposizione del riposino pomeridiano, con la scuola e le corse nei campi. Nella postfazione a cura del grande poeta Elio Pecora, si dice:

Vi si racconta con grazia e tenerezza la giornata di un bambino. Quel bambino è lo stesso poeta in un minuscolo paese del Sud contadino, ancora intoccato dalla modernità. Ed è proprio questa genuinità a rendere alla poesia, e alla maggiore poesia, gli eventi, i colori, le emozioni qui accolte e descritte e rivissute.

Ovviamente, come tutti noi, Pierro guarda agli anni dell’infanzia con grande nostalgia e col desiderio di tornarvi, se solo si potesse. Il pensiero, grazie ai ricordi, netti, vivi, vi torna sempre, ed è subito sollievo.

Tra le dodici poesie contenute nell’albo vi propongo qualche verso tratto da Nel Pomeriggio, nei quali il poeta descrive cosa faceva il pomeriggio per sfuggire ai riposini intimatigli dai genitori:

Poi, saltando saltando,

e senza rumore,

ora mi trovavo per terra, ed ora per aria,

gliela aprivo con gli occhi a una finestra

la piccola fessura,

e, con un grande libro colorato

a braccetto coi lampi delle immagini,

me la spassavo.

Dunque, la domanda non è se si può regalare ai bambini un libro di poesie, il vero quesito è: perché no?

 

 

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