Guillaume Guéraud, Brutti, sporchi e gentili, Biancoenero Edizioni
Il cassone è ripartito a tutta birra, sputando fumo nero e facendo un fracasso da spiumare un pollo. Proprio quel che ci vuole per passare inosservati!
A quel punto hanno svelato il mistero. Si sono girati tutti e due verso di me per dirmi, con quelle loro facce mostruose: “Ti abbiamo rapito, moccioso!”
Ebbene sì, il dodicenne Alighiero, giovane rampollo della ricchissima famiglia De la Tour, è stato rapito. Due tipi grandi, grossi e decisamente spaventosi l’hanno aspettato all’uscita da scuola e l’hanno caricato su una vecchia carretta lercia e sferragliante, diretta verso la peggiore periferia immaginabile. L’intenzione, come in ogni rapimento che si rispetti, è quella di chiedere un lauto riscatto ai genitori di Alighiero per restituire loro l’amato figliolo, ma fin da subito è chiaro che la normalità non troverà spazio in questa storia.
Guillaume Guéraud, infatti, in questo breve e spassoso romanzo pubblicato da Biancoenero nella collana MaxiZoom, si diverte a immaginare una versione tutta particolare della Sindrome di Stoccolma (se non sapete cos’è non temete, Alighiero la cerca sul dizionario): il rapito infatti si innamorerà dello stile di vita dei suoi rapitori e soprattutto di Giulia, splendida adolescente che fa parte della famiglia ma se ne distingue per intelligenza e bellezza.
Il racconto di Guéraud, celebre autore francese per ragazzi specializzato in gialli e polizieschi, è arricchito dalle illustrazioni essenziali ma incisive di Andrea Chronopoulos, che con tratti spigolosi e utilizzando pochissimi colori riesce a rappresentare in modo efficace le scene salienti di questa bizzarra avventura. Le sue figure accompagnano la narrazione dandole un’impronta visiva che ben si combina con l’andamento rapido del testo e con lo stile schietto e a tratti un po’ brutale di Guéraud.
Brutti, sporchi e… cinefili
Così come nel precedente romanzo Falla finita si era ispirato al cult Rapina a mano armata di Stanley Kubrick, in questa nuova storia Guéraud cita apertamente il film di Ettore Scola Brutti, sporchi e cattivi. Da esso l’autore riprende, oltre al titolo, il tema di una famiglia, appunto, “brutta e sporca” che vive di espedienti ed è disposta a tutto per guadagnarsi da vivere. Proprio con l’obiettivo di raggiungere uno stile di vita più dignitoso, infatti, il fratello di Giulia matura l’idea di rapire l’erede di una famiglia enormemente ricca e chiedere un riscatto. Saranno l’ironia del protagonista e l’evolversi a tratti decisamente comico degli eventi a dare alla storia un’impronta vivace e divertente nonostante l’ambientazione da periferia sociale estrema, proprio come accade nella migliore commedia all’italiana.
Si può quindi giocare con il testo cercando i riferimenti ai film più amati dall’autore: per esempio, Alighiero paragona la baracca dei rapitori al set di Poveri e anche molto brutti o Miseria e povertà, parodiando i titoli di altri due capolavori italiani (Poveri ma belli e Miseria e nobiltà) che affrontano in chiave comica il tema della povertà e della fame.
Se tutto ciò non bastasse, un motivo in più per lasciarci conquistare come Alighiero da questa famiglia di simpatici malfattori è che, come tutti i testi di Biancoenero Edizioni, anche questo è stampato con caratteri e grafica ad alta leggibilità, rendendosi adatto a ogni tipo di lettore e andando incontro in particolare a chi avverte, per problemi specifici come la dislessia o semplicemente perché poco abituato a leggere, qualche difficoltà nella lettura.
E allora non posso che augurare a tutti di essere piacevolmente “rapiti” dalle pagine di questo libro!