Shrek compie 15 anni e per festeggiarlo Fabbri Editore ha pensato a una triplice uscita piena di divertimento!
Per i giovanissimi lettori affezionati al cattivo più buono delle fiabe sono adesso disponibili: il volume che raccoglie per intero le sue gesta nel regno di Molto Molto Lontano, il fun book pieno zeppo di test, giochi e rompicapo che, oltre a stimolare il cervello, proveranno il livello di fansitudine e infine il libro-gioco, che contiene la gioia per i più piccini: gli stickers!
Sono più di 150 e sono particolarmente belli e variegati nei soggetti. Il mio preferito (da fan e non da mamma)?. Quel certo signore in gonnella e Birkenstock… ma sì, lui!
Ho gioito tantissimo quando Mago Merlino ha fatto il suo ingresso nella saga, così come il diabolico Tremotino, uno dei cattivi che più si ama odiare e che per fortuna grazie alla Dreamworks è scampato al dimenticatoio dei personaggi delle fiabe tradizionali, che non sempre trovano posto nelle edulcorate versioni contemporanee.
Shrek è diventato epico proprio per questa dinamica sovversiva: prendere un personaggio stabilmente collocato nella bacheca dei cattivi – l’orco appunto – e rivalutarlo se non, come in questo caso, celebrarlo addirittura, facendo vincere al pubblico la convinzione di essere o tutti bravi o tutti cattivi e tentando la virtuosa impresa del trionfare le sfumature più o meno facili da digerire presenti in ciascuno di noi.
La mia piccola Eva è ancora nella fase in cui ha bisogno di certezze assolute e sto notando come tenda a rifuggire quanto non le aggrada, sia visivamente, sia soprattutto emotivamente. Abbiamo in questo periodo bisogno di cartoni in cui tutto sia bene, delicato e positivo, non sopportiamo nemmeno una caduta del protagonista, con conseguente ammiccamento e pianto o un urlo un po’ più forte, ad esempio, di un orso esasperato (avrete capito tutti a quale cartone mi riferisco ora!).
La cura per questa ipersensibilità non penso sia necessaria in modo tempestivo, credo sia una fase di crescita, che va forse a bilanciare l’autonomia che le viene richiesta a soli due anni e mezzo quando all’asilo fa fronte da sola a situazioni di simile criticità, tuttavia Shrek potrebbe essere una soluzione.
Qualche goccia di elisir verde, dall’essenza spassosa e accattivante, da sfogliare a piacimento, con la velocità desiderata e senza il super stimolo luminoso dello schermo, potrebbe introdurla alla bellezza della varietà dei toni, a quanta soddisfazione c’è nell’essere se stessi e nell’esprimersi in ogni situazione, anche in quelle di rabbia o sconforto, a capire che seppure il tono di voce è alto e il vestito fatto di fango e non di grazioso tulle, il cuore è tutto d’oro, infinitamente (più) profondo e assai pronto a donarsi.