Lunedì è tempo di “Scrivere mi piace”, rubrica a cura degli alunni della scuola media del Nuovo Collegio della Missione di Cagliari.
Mettiamoci in viaggio per scalare la vetta del monte più alto del mondo, l’Everest, con una storia segretissima…
Una storia segreta
A. Baldera e F. Schirru, Iª E
Questa è la cronaca segreta dei primi alpinisti che scalarono il monte Everest.
Tutto avvenne vent’anni prima della storia raccontata sui libri di testo.
L’avventura ebbe inizio quando Hans, giovane alpinista svedese, biondo, alto e pieno di ambizioni e il suo sherpa Isac, un ragazzo nepalese, dai capelli di uno strano colore forse castano, basso e tracagnotto ma grande esperto di arrampicate sul monte più alto del modo, arrivarono al campo base per le provviste, tutto sembrava tranquillo, così partirono sapendo che la scalata sarebbe stata lunga e faticosa.
Emozionati, ammiravano la grandezza della montagna, ascoltando il suo lento ondeggiare nell’aria come se e fosse la voce di un vecchio brontolone: la scalata sarebbe stata troppo difficile, le raffiche di vento avrebbero reso impossibile l’impresa, ci sarebbe stata fra loro quell’intesa necessaria ad un’impresa simile? I dubbi presero Hans e il suo sherpa, ma la montagna chiamava e la scalata era sempre più difficile. Alla fine della giornata allestirono il campo per passare la notte al caldo delle tende, mentre fuori imperversava la tempesta. Il giorno seguente Hans si rese conto che le condizioni si erano stabilizzate, è quindi che la loro scalata poteva riprendere.
Improvvisamente tra la neve comparve il suo più grande rivale, Michele, giovane scalatore italiano, avaro e ambizioso, con il suo sherpa Jacob, nepalese come Isac, amante delle montagne e grande rocciatore. I loro sguardi s’incrociarono, nessuna parola fu detta, ma in quel momento iniziò la gara per raggiungere per primi la cima dell’Everest.
Passarono molti giorni pieni di difficoltà che furono superati dall’astuzia e dall’abilità di Hans e di Isac, che a differenza dei loro avversari non si fecero cogliere alla sprovvista dalle raffiche di vento, dal freddo pungente e dalla mancanza di ossigeno. Quando lo svedese arrivò in vetta, Michele era a pochi passi da lui, fece per issare la bandiera, ma ad un tratto sentì la voce del suo avversario che lo supplicava di issare anche la bandiera italiana.
Così fece, prese le due bandiere e le issò sulla vetta del monte più alto del mondo. Questa è la cronaca segreta dell’impresa dei due primi alpinisti che scalarono l’Everest, ma non raccontatela a nessuno, è un segreto.
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