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Lo sfigato

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cover_sfigato_rizzoliRipensando al dodicenne Ambrose Bukowski, Lo sfigato di cui ci racconta la storia Susin Nielsen, in testa mi è partita la colonna sonora di About a boy, film tratto dall’omonimo best seller di Nick Hornby. In effetti Marcus, il dodicenne protagonista del libro di Hornby, e Ambrose hanno molto in comune: la mancanza di una figura paterna, una madre iperprotettiva, problemi a scuola con i coetanei, entrambi i ragazzi sono molto intelligenti e sembrano non avere alcun filtro tra bocca e cervello, dicono le cose così come vengono loro in mente, una sincerità che li isola ancora di più ma, allo stesso tempo, riesce a conquistare mondi apparentemente lontanissimi. Anche nell’abbigliamento i due ragazzi si somigliano, i pantaloni di velluto viola di Ambrose non stonerebbero addosso a Marcus, così come il suo cappello di lana, realizzato dalla madre che occupa la bellissima copertina della nuova edizione de Lo sfigato, ritornato in libreria dopo alcuni anni (la prima edizione italiana, sempre edita da Rizzoli, è del 2009).

Dopo le somiglianze, però, passiamo alle differenze. Il titolo originale del romanzo ci dice già molto su Ambrose: Word Nerd definisce il ragazzo, oltre che come uno sfigato – così come è stato tradotto il titolo –, come un appassionato dei giochi di parole, dei dizionari e, nel suo caso, soprattutto dello Scrabble, lo Scarabeo, gioco che accompagna le serate passate in compagnia della madre ma che sarà anche il suo ponte di passaggio verso il mondo esterno.

Due eventi hanno segnato in particolar modo la vita di Ambrose fino ai dodici anni: il primo risale a quando lui era ancora nella pancia della madre, il padre, in seguito a un aneurisma, muore senza poterlo conoscere, gli lascia in eredità il nome, Ambrose appunto; a tre anni, poi, scopre di avere una grave allergia alle noccioline, da quel momento sua mamma comincia a prendersi cura di lui per tutto il tempo, arrivando a comprare un guinzaglio per bambini per non perderlo mai d’occhio. Una volta cresciuto, Ambrose non ha più bisogno di un guinzaglio, ma le ansie e il controllo della madre restano. In realtà il mondo di Ambrose è composto unicamente da sua madre, soprattutto da quando, in seguito a uno scherzo crudele a scuola (con di mezzo delle noccioline), lascia la scuola per studiare da casa.

La vita del dodicenne è stata scandita da continui traslochi, dovuti al lavoro precario della madre e alle sue fughe da rapporti/luoghi in cui qualcosa non andava, ora si trovano nella periferia di Vancouver e vivono in un appartamento (o, meglio, seminterrato) di proprietà di una coppia greca che vive al piano di sopra: gli Economopoulos.

Il mondo a due di Ambrose cambia grazie all’incontro con il figlio degli Economopoulos, Cosmo, appena uscito dal carcere, che sta tentando di ricostruire la propria vita, contraddistinta precedentemente da piccoli furti finalizzati all’acquisto di droga. Nasce così, inaspettatamente e grazie alla curiosità e sfrontatezza di Ambrose, una nuova alleanza, un rapporto fratello maggiore-minore, un’amicizia che sarà di sostegno a entrambi per affrontare le rispettive insicurezze.

Si sorride, si ride, ci si commuove, si fa il tifo per Ambrose, per Cosmo, un po’ anche per se stessi, perché in fondo crescere è come giocare a Scrabble, non sempre capitano le lettere che vorremmo a nostra disposizione e dobbiamo giocare con ciò che abbiamo tra le mani, ma se con le nostre lettere riusciamo a formare la parola AMICIZIA certamente la partita è di quelle vincenti.

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