“Si sta bene qui”. Ascanio si è appena accasciato accanto ad Adele. I due condividono la panchina solitaria di un parco e, dopo le prime esitazioni dettate dal senso di colpa di lui e dalla timidezza di lei, sembrano non avvertire più alcuna distanza, se non quella dalla città intorno, da cui si allontanano, abbandonandosi “come naufraghi su un’isola”.
Ascanio, protagonista de Il tuo corpo adesso è un’isola (Rizzoli), è un adolescente prigioniero della sua età, dei luoghi che frequenta, delle abitazioni dei due genitori separati da tempo, dei rapporti con i compagni di classe, dei suoi ricordi. Eppure, fino a quel momento, fino al giorno in cui su quella panchina ha quasi perso il respiro alla sensazione di “una libertà nuova, autentica”, è riuscito a tenere a bada tutto quanto. Ha sempre fatto in modo di stare lontano dai cambiamenti che lo distolgono da una vita che ha imparato a controllare benissimo, rendendola ripetitiva e regolare. Persino le forme e i colori del paesaggio fuori dalla finestra dell’aula, che si ripetono secondo il ciclo delle stagioni, lo tranquillizzano. Ma, dietro questa patina di immobilità e apparente equilibrio, assieme ai ricordi di un’infanzia che gli appare incomprensibile, affiorano i segni di un’inquietudine destinata a venir fuori alla ricerca di una soluzione.
All’improvviso scopre di volersi liberare dal ricordo dello strano rapporto con il fratello Jacopo, da una vita trascorsa tra la casa della madre, che non sente vicina, e quella paterna, dalle giornate fatte di scuola e uscite serali con amici che avverte diversi da lui, dalle bugie raccontate agli altri e a se stesso per apparire come non è. Quel mondo, scandito da monotone azioni quotidiane e abitudini dall’effetto anestetizzante, non gli piace più.
Stare accanto ad Adele, ascoltarla parlare, avvertire il contatto con il suo braccio e con il suo animo autentico e sincero, lo ha liberato da una sensazione di stanchezza che lo opprime da quando ha smesso di essere un bambino.
Ascanio decide di scappare via e parte alla conquista di quella libertà che il suo amico Siro, quando era piccolo, gli aveva fatto sognare e desiderare. Il viaggio è lungo e le sue tappe corrispondono ad altrettanti momenti della sua crescita interiore, che lo pongono di fronte alla difficoltà di allontanarsi dalle sue paure, se non passandoci attraverso e affrontandole. I ricordi degli affetti che sono a casa ad attenderlo, lo spingono a ripensare alla sua infanzia in una chiave diversa. E questo, forse, lo aiuterà a tornare.
Paola Predicatori, a distanza di poco più di due anni dal suo romanzo d’esordio Il mio inverno a Zerolandia, torna a regalarci la storia di un adolescente come tanti, che avverte la sua estraneità rispetto al mondo che lo circonda e la sua diversità dai genitori e dagli amici che non lo capiscono. Tutti tranne Adele che, con la sua ingenuità, autenticità e discrezione irrompe nella vita di Ascanio, aiutandolo, senza volerlo, a reagire ad un’esistenza fatta di paure e ricordi spiacevoli.
Ascanio, dietro un’apparenza di atteggiamenti dettati dalla volontà di conformarsi al gruppo e alle sue regole, si dimostra essere un ragazzo introspettivo, inquieto, sensibile. E questo spiega la lotta che è costretto ad affrontare, tra la voglia di conquistare la tanto agognata libertà e il senso del dovere verso un mondo in cui si sente a disagio. Gli unici rifugi di serenità sono le partite a carte con il nonno paterno semi-paralitico ma in grado di aiutarlo fino alla fine, e i sorrisi e gli abbracci dei nonni materni, momenti tra i più intensi presenti nel libro.
Il tuo corpo adesso è un’isola è un libro per ragazzi alle prese con il “viaggio dell’adolescenza” e per adulti che hanno voglia di sentirsi ancora in viaggio!