Ci sono libri che fanno parlare molto, ancor prima della loro uscita. Di solito l’attesa riguarda gli autori più amati (ricordiamo tutti le code – anche notturne – all’arrivo delle avventure di Harry Potter in libreria), ma un caso particolare è stato quello di Sally Green, un esordio da record ancor prima di esordire. Il genere in cui ci muoviamo è il fantasy e un po’ rientra nel fantasy anche la biografia dell’autrice riportata nel risvolto di copertina (fa “marmellate decenti, non le dispiace stirare e adora passeggiare nel Galles quando piove”, nel fantasy rientra ovviamente il piacere nello stirare). Sally Green comincia a scrivere nel 2010, dopo la partecipazione a un festival del racconto, durante il quale, un po’ per gioco, si era ritrovata a buttar giù qualche pagina. Il giorno dopo, riguardando quelle pagine, pensa che abbiano il potenziale per diventare una storia più lunga, un romanzo a cui comincia a lavorare e che le fornirà materiale per Half Bad. L’autrice decide di investire su questa strada, lascia un corso di studi sociali che stava frequentando, si iscrive a uno di scrittura creativa e, soprattutto, si cerca un agente letterario. Un buon agente letterario, bisogna dire, perché il primo volume della sua saga fantasy ottiene dalla casa editrice Penguin un contratto milionario e, durante la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna del 2014, vende i diritti cinematografici (alla Fox 2000) e quelli di traduzione in ben 45 Paesi (record per quanto riguarda la traduzione di uno scrittore esordiente).
Dopo l’esordio nel 2014, quest’estate è arrivato in Italia il secondo volume della trilogia: Half Wild (Rizzoli). Ritroviamo così il giovane Nathan, in una Europa dove maghi Bianchi e Neri hanno convissuto a lungo senza interferire gli uni con gli altri, ma ora le cose stanno cambiando. I capi dei maghi (Incanti) Bianchi vogliono sterminare gli Incanti Neri, si forma così un’Alleanza tra Neri, Bianchi e Mezzo Sangue per impedirne il piano. Nathan è un Mezzo Sangue, figlio di un Incanto Bianco ma, soprattutto, figlio del potente, temuto quanto ricercato, mago Marcus. Cresciuto senza conoscerlo, nel primo volume della trilogia è proprio il padre a celebrare il rito che sancirà il Dono del figlio, per poi lasciarlo nuovamente solo.
Nathan ama Annalise, che appartiene ai Bianchi (proprio come – in passato – sua madre), e va alla sua ricerca per liberarla dalla prigionia. Non è solo, con lui c’è soprattutto Gabriel, più di un amico, disposto a stargli accanto sempre e comunque. In Half Wild, Nathan conosce meglio se stesso, esplora il Dono che ha ricevuto dal padre e che inizialmente non sa controllare e lo spaventa, riesce anche a ritrovare quel padre che ha segnato, pur nell’assenza, la sua vita. Il resto è tutto da leggere e da attendere (perché il finale lascia con il fiato sospeso).
Un romanzo, per ragazzi dai 14 anni in su, che sa essere particolarmente crudele e violento nel descrivere gli scontri fisici e i momenti di battaglia. Ma, più che la violenza, a fine lettura rimane, oltre alla riflessione, già presente nel primo volume della trilogia, sulla natura di Bianchi e Neri (nature tra cui Nathan si sente diviso), un’ulteriore riflessione riguardo a ciò che di selvaggio, antico e naturale può risiedere nell’uomo.
«Mi sto ancora abituando al mio animale. Penso a lui come separato da me, ma cerchiamo di lavorare insieme.»
«A me c’è voluto un po’. L’ho combattuto». Scuote la testa. «Pensavo che cercasse di prendere il controllo del mio corpo. Non è così. Stai solo scoprendo un altro lato di te stesso; la parte più naturale, la parte antica. Quella che appartiene alla terra più di qualsiasi altra. È ciò di cui hai bisogno per sopravvivere e senza di lui non vale la pena di sopravvivere. Dagli fiducia e si fiderà di te. Stagli più vicino che puoi.»