Devo ammettere che se avessi letto L’incredibile caso dell’uovo e del Raffaello perduto (Fabbri Editori) confidando solo nelle parole della quarta di copertina, sarei rimasta delusa. “Una Pippi Calzelunghe dei giorni nostri…”. Fortunatamente, però, appena ho conosciuto il personaggio di Theodora Tenpenny è stato naturale darle il suo spazio, riconoscerla lontana da Pippi Calzelunghe (l’inimitabile Pippi, con i suoi 70 anni). Theodora, o meglio Theo, ha una storia tutta sua e questa storia ha contribuito a formare il suo carattere. Un grande ruolo nella crescita di Theo l’ha avuto il nonno, che le ha insegnato come cavarsela, come Manhattan possa nascondere tesori lì dove tutti vedono cose abbandonate o gettate, l’amore e la conoscenza dell’arte (lui, pittore, la portava in giro tra i musei di New York e soprattutto al Metropolitan Museum of Art presso cui era custode). Il nonno però non c’è più, l’ha lasciata prima del tempo, investito da un’auto e, senza di lui, Theo deve cominciare a contare ogni dollaro dei pochi che le rimangono, deve fare attenzione alla casa, alle galline e alle verdure coltivate in giardino che le possono permettere di andare avanti. Il nonno le ha lasciato una casa, al numero 18 di Spinney Lane; il quartiere è ricco, ma la dimora di famiglia è ormai una vecchia villa bisognosa di tanti lavori e di una continua manutenzione. Prima di lasciarla, le ultime parole di nonno Jack sono state per lei incomprensibili: le chiede di guardare sotto l’uovo, dove troverà un tesoro e di fare qualcosa prima che sia troppo tardi. Da qui, dalle prime pagine del primo romanzo di Laura Marx Fitzgerald, comincia l’avventura di Theo. Il mistero da risolvere è grande, a partire dalla scoperta, sotto un dipinto del nonno, di una tela molto più antica. La ragazza ha confidenza con il mondo dell’arte e le sembra di riconoscere in quella tela antica la mano di Raffaello Sanzio. Le domande sono tante: da dove viene quel quadro? È stato rubato? È veramente di Raffaello? Che cosa voleva dirle il nonno? Come risolvere il mistero?
Theo non è sola in casa, vive con la madre, che esce solo per comprare il tè, troppo costoso, dal negozio della vicina di casa, la francese madame Dumont. Nonostante i suoi soli 13 anni, Theo sa che non può assolutamente contare su di lei, anzi deve prendersene cura. Sarà una calda estate quella di Theo, un’estate piena di scoperte su se stessa e su suo nonno. Un viaggio tra arte, storia (negli anni della Seconda Guerra Mondiale, tra campi di concentramento e Monuments Men), e nel presente di una città (di cui l’autrice ci offre anche una mappa con i luoghi del libro) a cui Theo capirà di appartenere e in cui scoprirà di non essere sola.
Un’ottima prima prova questa di Laura Marx Fitzgerald, consigliata per i ragazzi a partire dai dieci anni.