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Le cronache parallele: Marco Cocco

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intervista magistrato

Torna oggi Cronache parallele a cura dei ragazzi del Nuovo Collegio della Missione di Cagliari, guidati dalla loro attenta e creativa professoressa Stefania Mancosu. Cronache parallele mette insieme due interviste riguardo uno stesso tema: una, impossibile, a un personaggio del passato, l’altra, reale, a un personaggio del nostro presente. Dopo la prima puntata dedicata a Galileo Galilei e al ricercatore Maurizio Augelli, nella prima parte della seconda puntata abbiamo conosciuto il celebre giurista del ‘700 Cesare Beccaria. Scopriamo chi dialoga con lui nel presente: il dott. Cocco, un magistrato che lavora presso il tribunale di Cagliari.

Le cronache parallele sono un tentativo di raccontare la storia di alcuni degli uomini più importanti della nostra letteratura, che con la loro opera hanno segnato il passato e influenzato il nostro presente, mettendoli  a confronto con uomini che vivono e operano nel nostro presente. Spero che apprezziate il tentativo… buona lettura!

Il 22 marzo 2015, è stato aperto il carcere di Buon Cammino a Cagliari,  un carcere storico chiuso pochi mesi fa. Per la nostra scuola questo ha un valore simbolico perché il marito della nostra direttrice, il dott. Granata, è stato per alcuni anni il suo direttore. Il dott. Granata è ricordato per una direzione moderna e umana, fu lui, per esempio, a eliminare le bocche di lupo, e fu sempre lui a porre, nel cortile, un’iscrizione con l’articolo 27 della Costituzione: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.” È in questo contesto che oggi  intervisteremo il dott. Cocco, un magistrato che lavora presso il tribunale di Cagliari, che ci parlerà del sistema giudiziario italiano. Insieme a lui tenteremo di  scoprire cosa è rimasto della lezione di Cesare Beccaria nella società occidentale. 

Intervista di Giulia, Elisa, Giovanni, Samuele

classe III D

Buon giorno dottor Cocco, grazie per quest’ intervista, possiamo cominciare. In cosa consiste il suo lavoro?

Io sono un magistrato, un P.M., che coordina le indagini della polizia giudiziaria.

Come influisce Cesare Beccaria e le sue tesi nel suo lavoro? Quest’ultime sono ancora attuali? Se sì, perché?

Beccaria influenza ogni giorno il mio lavoro, perché il suo genio ha oltrepassato i confini della sua epoca, riuscendo a far si che trecento anni dopo non tutto fosse scontato, come la tortura e la pena di morte, che in Paesi come la Cina, India e Stati Uniti sono ancora in vigore.

Crede che si debba ancora lottare contro la pena di morte?

Certo soprattutto, come ho detto prima, in quei Paesi del mondo, anche in quelli più evoluti, in cui questa dura condanna, viene utilizzata come deterrente, anche se i dati in nostro possesso dimostrano il contrario.

Cosa pensa delle condizioni delle carceri italiane?

Sarò sincero con voi, dai dati in nostro possesso, vi sono molte carceri in cui i detenuti vivono in condizioni anti-igieniche e dannose per la loro salute e tranquillità.

È favorevole all’ergastolo?

È difficile rispondere a questa domanda, nonostante io nella mia carriera abbia condannato delle persone all’ergastolo; cosa che secondo me è sbagliata, io credo, come Beccaria, che l’ergastolo non è una condanna giusta, poiché le pene esistono per rieducare i criminali alla vita sociale, cosa che l’ergastolo non fa, condannandoli a una vita  da reclusi, lontani dalle altre persone.

Oggi tutti gli stati riconoscono i principi di Beccaria e li attuano per portare la giustizia delle pene?

Solo alcuni perché molti stati ancora poco evoluti socialmente continuano ad attuare clandestinamente la tortura a fini spregevoli ed egoistici, infatti estorcono informazioni attraverso torture fisiche e psicologiche; a cui alcuni innocenti non possono resistere, e se ne liberano dichiarano il falso, e mostrandosi colpevoli di un reato mai commesso. A favore dei forti e degli stolti che riescono a  farla franca.

Se lei dovesse sintetizzare l’eredità intellettuale di Beccaria, cosa direbbe?

Io credo che senza Beccaria, difficilmente si sarebbe aperto il dibattito sulle pene e sulle loro conseguenze e sulla loro utilità.

Grazie  per la sua attenzione e per il suo tempo. A presto

Grazie a Samuele Senes per l’immagine di copertina.

 

 

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