Ho visto alberi sopravvissuti al fuoco.
La corteccia è bruciata e le loro membra sono rami morti.
Ma, nascosta sotto lo scheletro, c’è una forza che spinge un singolo germoglio verde a spuntare nel mondo.
Forse, se sono fortunata, è quello che un giorno succederà anche a me.
Ma in questo preciso istante non riesco a vederlo.
Oh, Willow… Me lo sono ripetuta tante volte, mentre andavo avanti nella lettura, tutte le volte in cui dovevo chiudere il libro.
Willow Chance è una bambina di dodici anni, adottata, molto intelligente, un piccolo genio, ha una grande passione per il numero 7, conosce le malattie grazie alla lettura di manuali di medicina, sa tutto riguardo alle piante e il suo giardino è ricchissimo. Nel primo capitolo, però, siamo scaraventati con lei in un mondo del tutto nuovo: in seguito a un incidente, entrambi i genitori di Willow perdono la vita e lei si ritrova completamente sola, orfana una seconda volta.
Pensate di avere davanti un altro libro in cui una vicenda tragica lega il lettore al protagonista e in cui vi troverete a versare lacrime? Non posso negarlo, ci si commuove, nello sciogliersi del finale soprattutto (è poi un male?), ma Il mondo fino a 7 (Mondadori) è un libro non solo commovente, parla di cambiamento, è un libro potente come è potente l’inconsapevole forza e influenza di Willow nei confronti dei quasi sconosciuti – o del tutto sconosciuti – che cominceranno a prendersi cura di lei. Un primo passo verso Willow, dettato dal desiderio immediato di aiutarla, temporaneamente, in attesa che i servizi sociali trovino una soluzione definitiva al suo caso, innescherà delle piccole rivoluzioni inaspettate tutto intorno a lei: nel consulente psicologico Dell Duke, in Mai, ragazza di origine vietnamita, in suo fratello e sua madre, in Jairo Hernández, un tassista messicano…
Willow conosce bene le piante e dalle piante, da alcuni semi di girasole e dalla creazione di un giardino, rinascerà pian piano il sorriso. Il mondo vegetale, sapendolo osservare, parla anche di noi, nelle sue fioriture che, seppur bellissime, hanno sempre un loro tempo. Tutto rientra in un ciclo molto più grande, ma l’incontro con l’altro può trasformare il tempo a nostra disposizione da un terreno coperto di sassi in un giardino bellissimo.