Dall'Inghilterra al New Ingland, di nuovo in America per intervistare la famosa scrittrice Josephine March detta Jo.
La grande casa-collegio è in stile coloniale, molti bambini giocano in giardino, qualcuno fa l'altalena, altri si arrampicano sulla casa sull'albero e alcuni inseguono due povere galline. Jo e suo marito, il professore Fritz Bhaer, dopo il matrimonio, hanno deciso di occuparsi dei bambini in difficoltà, tenendoli nella loro casa insieme ai loro due figli Teddy e Robert. Mi avvicino al cancello e sto per suonare il campanello quando uno dei mocciosi mi si avvicina e mi dice:
– Il campanello non funziona! –
– Ok – faccio io – potresti dire a Mrs Bhaer che è arrivata Miss Laura? –
– Non servirebbe a niente – continua il ragazzino – il cancello è bloccato, se vuole entrare deve saltare, del resto lo facciamo tutti, anche mamma Jo! –
– Saltare … ma come? – intanto il bimbo si è allontanato e mi lascia lì a fissare il cancelletto che per fortuna non è molto alto.
Dalla grata faccio passare la mia borsa e goffamente scavalco arrivando in giardino col sedere per terra.
Intanto Jo si è accorta di tutto e mi corre incontro aiutandomi a rialzarmi.
– Benvenuta Miss Laura, mi dispiace … le hanno fatto lo scherzetto del cancello che non si apre, vero? –
– Direi di sì – dico rimettendomi in ordine e raccogliendo la borsa.
– Michael, Michael! Vieni subito qui! –
Il bimbo di prima si avvicina – È stato lui vero? –
– Davvero, non importa, non si preoccupi –
– Bene, entriamo in casa. Oggi Michael non avrà i suoi biscotti, così la smetterà di fare scherzetti a chicchesia – dice facendomi l'occhiolino di nascosto.
Entriamo e ci accomodiamo nel suo studio, non vi dico il disordine … libri, tazze di tè, riviste, giocattoli, un lavoro a maglia lasciato a metà, insomma non si riesce nemmeno a sedersi sul sofà.
– Allora, Mrs Bhaer, tutti i giornali parlano del suo ultimo libro che è in vetta alla classifica dei libri più venduti; sa spiegarsi come mai i suoi libri siano tanto amati? –
– Credo sia perché in primo luogo io sono una lettrice. So cosa piace ai lettori –
– In tutti i suoi libri il tema principale è l'amore, eppure lei è una donna molto pratica che nella vita lascia poco spazio al romanticismo-
– Ha ragione, almeno per quanto riguarda il passato, oggi mi sento più avvezza al romanticismo rispetto a quand'ero una ragazzina cocciuta che desiderava solo scrivere senza farsi distrarre dall'amore –
Dice quest'ultima frase fissando il vuoto e un velo di malinconia le scende sul viso, glielo faccio notare:
– Pensa a qualcuno in particolare? Ha, forse, un rimorso? –
– Beh – aggiunge lei – non posso non pensare a Laurie Laurence, mio cognato, il marito di Amy. Sa, da giovane era innamorato di me, un giorno si dichiarò ma io lo rifiutai –
– Capisco … Oggi in che rapporti siete? –
– Da ragazza lui era il mio migliore amico, adesso ha un posto speciale nel mio cuore, ma ahimè, dopo quell'episodio ci siamo via via allontanati, sa com'è, l'imbarazzo … –
– Certo. E di suo marito che mi dice? Perchè a lui ha detto sì? –
– Perchè Fritz è un uomo buono e pacato –
– Insomma lei scrive di grandi amori, ma, nella sua vita ha preferito amori più … pacati … appunto –
– Proprio così. Per gli amori folli bisogna essere pronti a rinunciare a tutto, io non potevo rinunciare alla scrittura per andare in giro per l'Europa con Laurie –
Ad un tratto si alza, prende una copia del suo ultimo libro e me lo porge:
-Ecco, per lei. Grazie di tutto, adesso devo andare –
La ringrazio e le stringo la mano. Una vera scrittrice, che donna!
Sul volo di ritorno che mi riporterà alla redazione di HeyKiddo apro la borsa e prendo il libro che mi ha regalato Jo. Ma, estraendolo dalla borsa cade giù una lettera. La raccolgo e leggo:
Carissima Jo, sono a Firenze, non posso non pensare a te nella città di uno dei più grandi scrittori mai esistiti. Come ti piacerebbero i musei e le chiese … oh, Jo … quanto vorrei che tu fossi qui. TUO Laurie.
– Gliela rispedirò – penso mentre mi asciugo un a lacrimuccia che non ho saputo trattenere. Ah l'amore …