Ci sono alcuni tesori preziosi, libri pubblicati nel passato e ora persi, introvabili se non in qualche biblioteca. Difficile avere nostalgia di qualcosa di cui non si conosce l’esistenza, eppure fortunatamente a volte alcuni palombari vanno alla ricerca di questi tesori (certo sanno in quale mare si nascondono) e li riportano alla luce. Non sempre, infatti, l’uscita da un catalogo di un libro è indice del suo valore, della sua importanza o della sua attualità, per questo motivo è una bella notizia la recente pubblicazione di Re Matteuccio I. Il Re bambino di Janusz Korczak.
Re Matteuccio I, romanzo del 1923, era già stato pubblicato in Italia nel 1978, corredato con alcune illustrazioni di Claude Lapointe, dalla Emme Edizioni di Rosellina Archinto; in quella prima pubblicazione era stata tradotta soltanto la prima parte del romanzo di Korczak, mentre in questa recente, a cura della casa editrice pugliese Progedit, è proposta una versione breve del romanzo integrale.
Janusz Korczak (il cui nome era in realtà Henryk Goldzmit) è senza dubbio una figura dalle mille sfaccettature. Medico, scrittore, militante sociale, intellettuale e soprattutto pedagogo, nato nel 1878 a Varsavia, suo nonno era medico, suo padre avvocato, lui scelse la strada del nonno e intraprese gli studi di medicina. Ben nota è la figura di Korczak per i pedagogisti grazie alla sua costante attenzione all’infanzia: dal 1912, assieme a Stefania Wilczyńska diresse la Casa degli Orfani, l’orfanotrofio ebraico di Varsavia; dal 1919 iniziò a collaborare con Maria Falska, con la quale organizzò l’orfanotrofio La Nostra Casa, destinato all’accoglienza dei bambini polacchi. In entrambe le strutture i bambini erano attivamente coinvolti nell’organizzazione della loro vita (gestendo anche un giornale e un vero e proprio tribunale). La mattina del 5 gosto 1942 Korczak fu deportato nel campo di sterminio di Treblinka insieme a tutti gli ospiti della Casa degli Orfani; riconosciuto dagli ufficiali nemici venne trattenuto (era una personalità nota), ma si rifiutò di abbandonare i suoi bambini
Non è difficile ritrovare l’attenzione e il rispetto per i bambini, dimostrati nel corso di tutta la sua vita, all’interno della storia di Re Matteuccio I, un bambino che, dopo la morte del padre, si ritrova a essere re prima del tempo e, dopo un primo momento in cui il governo è nelle mani dei Ministri, prende sempre maggiore consapevolezza del suo ruolo, diventando un re riformatore e tentando di parificare i diritti degli adulti e dei bambini. Matteuccio scoprirà che non sempre i suoi ordini hanno gli effetti sperati e che, in effetti, ancora non conosce tante cose e non può fare a meno di affidarsi anche agli adulti. Ma Re Matteuccio mette in atto il pensiero del suo autore: “I bambini non sono più sciocchi degli adulti, hanno solo meno esperienza”.
La riduzione del romanzo, a cura di Barbara De Serio e con una prefazione di Daniela Dato, rende la storia di Matteuccio più vicina anche ai primi lettori grazie alla semplificazione del testo e al ruolo di primo piano delle illustrazioni di Massimiliano Di Lauro (che avevamo già apprezzato a Sacile per l’albo Un filo di lana rosso, allora ancora inedito e in seguito pubblicato da Secop Edizioni). A questa riduzione seguirà la pubblicazione della versione integrale del romanzo e non ci resta che augurarci che tanti bambini abbiano modo di leggere la storia di un re bambino.