Una vecchia casa a picco sul mare, una ragazzina intraprendente e un'affascinante leggenda che parla di misteriose e terribili creature marine. In poche parole, un'avventura.
La memoria dell'acqua è un albo a fumetti della casa editricie Tunué, pubblicato nei Tipitondi, collana di fumetti e graphic novel dedicata ai più piccoli. L'albo è francese, testi di Mathieu Reynès (traduzione di Stefano Andrea Cresti) e disegni di Valérie Vernay; l'anno scorso ha vinto il premio Gran Guinigi al Lucca Comics&Games come Miglior Storia Lunga.
La storia inizia quando Marion si trasferisce con la madre nella vecchia casa della nonna: una casetta a picco sul mare, in un tranquillo villaggio di pescatori. Alle spalle mamma e figlia lasciano la città e un padre scrittore che preferisce i lustrini alla famiglia. Marion però è una ragazzina forte: si prende cura della madre e non è per niente spaventata dalla nuova vita. In bilico tra infanzia e adolescenza, Marion inizia una solitaria esplorazione di quei luoghi che d'ora in poi chiamerà «casa». Niente sembra spaventarla. E così la nostra vivace protagonista si avventura anche dove non dovrebbe, si spinge oltre i divieti, esplora il mare, le grotte…il faro, finendo nei guai.
È Virgil a salvarla. Il misterioso uomo del faro, dai modi bruschi e di poche parole. Marion però non si scoraggia e continua ad esplorare. E a poco poco, seguendo il suo intuito mette insieme tanti piccoli indizi da cui nascono altrettante domande. Chi è veramente Virgil, l'uomo da cui l'intero villaggio si tiene alla larga? Cosa sono quei volti disegnati sulle rocce? E chi è l'uomo accanto al nonno in quelle vecchie fotografie?
La memoria dell'acqua ci porta in quel mondo a metà tra fantastico e reale: un mondo impregnato di magia anche se non vi sono formule o incantesimi. Marion non è più una bambina ma non è ancora adolescente, è in quell'età di mezzo dove la meraviglia esiste ancora, ma scopri che può rivelarsi anche terribile. E la cosa più bella di questa graphic novel di formazione è che Marion scopre di avere la forza di resistere ai colpi della vita, ma non grazie a quelle qualità tipicamente adulte, bensì grazie a quelle dei bambini. Marion ascolta e accetta la verità che le viene confidata, perché sa che per quanto straordinaria possa essere, è vera. Alla fine dell'albo cresce, ma non è diversa dalla Marion che conoscevamo: quest'avventura non le insegna niente di concreto. La rende però la consapevole che certe storie sono lì, a due passi da noi e vale la pena ficcarsi nei guai per scoprirle. Perché se da una parte c'è chi cerca, dall'altra c'è chi vuole farsi trovare, con la sua storia da raccontare: la prova che è esistito e che ha vissuto.