Ci sono assenze che si fanno sentire con discrezione, lasciando un grande spazio bianco tutto intorno, un vuoto che non si colma e senza parole.
Ieri si è diffusa la notizia della scomparsa di Iela Mari, uno dei nomi più importanti (e di cui essere orgogliosi) all’interno della produzione per ragazzi italiana. Gabriella Ferrano (detta Iela) era nata nel 1932 a Milano, qui all’Accademia di Brera seguì il corso di pittura e incontrò Enzo Mari che frequentava, invece, scenografia. I due si sposano nel 1955 e insieme creeranno una famiglia e alcuni albi illustrati che sono considerati ora dei classici della letteratura per l’infanzia (il primo sarà La mela e la farfalla, edito da Bompiani nel 1960, oggi nel catalogo Babalibri). I loro progetti sono caratterizzati dall’assenza di parole, le loro storie si raccontano attraverso immagini semplici e allo stesso tempo fortemente evocative. Quando Iela proseguirà da sola nel suo percorso di creazione e illustrazione, dimostrerà subito con Il palloncino rosso, nel 1967, di volersi affidare ancora al racconto senza un testo, attraverso le immagini. Il libro, pubblicato da Emme Edizioni grazie a Rosellina Archinto, inizialmente fu apprezzato più all’estero che in Italia dove gli albi illustrati tarderanno un po’ nell’imporre la loro presenza.
Oggi, dopo tanti anni, è sempre bello ritrovarsi a sfogliare le pagine de Il palloncino rosso, L’albero o L’uovo e la gallina e scoprire che sul capo non hanno neanche un capello bianco. Sono ancora libri universali, che vanno in giro per il mondo per raccontarci chi era, e resterà sempre, Iela Mari.