Chi ama leggere sa che i libri sono campi fertili, vi germogliano frutti saporiti. “Capitan Coraggio” di Davide Piras è uno di questi. Un racconto breve per descrivere la potenza dell’amicizia. È germogliato nella fantasia di Davide dopo molto letture, perché leggere è il miglior esercizio per imparare a scrivere.
“Capitani coraggiosi” è uno di tanti altri testi fioriti sui libri. È capitato, insomma, che i ragazzi che da oltre un anno leggono e recensiscono libri per YouKid, hanno cominciato a scrivere e ci hanno preso un gusto matto. Scrivono racconti, fiabe, cronache, reportage e tanto altro. Che fare di questi testi? Li pubblichiamo, naturalmente. Vogliamo condividerli con i loro coetanei e adulti che sono invitati a dire la loro con un commento, un like, uno share. Viene fuori così “Scrivere mi piace” la rubrica gemella di “Leggere mi piace” che però, al contrario della sorella, non ama la competizione. Insomma, se le recensioni continuano a gareggiare tra loro e ogni due viene premiata la migliore, i testi di “Scrivere mi piace” non devono essere votati, ma solo apprezzati. Il loro premio è già tutto nella pubblicazione. E che premio!
Da oggi, da buone sorelle, le due rubriche si alterneranno: una settimana spazio all’una, la successiva spazio all’altra e così via. Oggi inauguriamo “Scrivere mi piace” e ai ragazzi che scriveranno e al loro capitano, la professoressa Stefania Mancosu, un affettuosissimo “In capocchia allo spillo!”.
Franca Rita Porcu
Capitan Coraggio
di Davide Piras, seconda media
Era la solita estate e il mare dei Caraibi era infestato dai pirati, uomini senza scrupoli che uccidevano e facevano razzia delle navi che incontravano nel loro cammino. Al comando di questi uomini crudeli c’era il famoso Capitan Black detto anche “il fantasma”, perché appariva all’improvviso creando terrore fra i naviganti. Aveva lo sguardo duro e un portamento elegante, ma rispettava i suoi uomini e loro lo amavano. Aveva sempre accanto il suo cane Clarck, un meticcio color miele, compagno di tante avventure. Un giorno, mentre navigava con il mare calmo, all’improvviso, il cielo diventò scuro, ed il vento si alzò forte, il capitano capì subito che stava arrivando una tempesta e preparò i suoi uomini. In poco tempo le onde del mare divennero altissime e il capitano decise di far andare tutti sottocoperta; lui sarebbe stato l’ultimo, ma si accorse che mancava il suo cane Clarck, si voltò e lo vide sul ponte ormai deserto. Corse per afferrarlo, mentre pioveva forte, ma Clarck cadde in acqua. Non poteva lasciarlo morire, non se lo sarebbe mai perdonato e senza pensarci due volte, davanti allo sguardo meravigliato dei suoi uomini, si lasciò cadere in acqua. Buttarsi in mare in una tempesta, come quella, significava morire, ma lui aveva un immenso coraggio. Fece diverse bracciate, prima di afferrare il suo cane per poi sparire insieme a lui nelle onde. Si risvegliò in spiaggia mentre Clarck gli leccava la faccia. Si mise in ginocchio e lo abbracciò felice. Poi vide la sua nave; suoi uomini stavano andando verso di lui.