Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente "lumaca". Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza.
"Me ne vado, e tornerò soltanto quando saprò perché siamo così lente, e quando avrò un nome."
Così annuncia alle compagne la sua decisione di allontanarsi la nostra lumaca, suscitando disapprovazione e anche sarcasmo.
Lentamente, molto lentamente, abbandona il rigoglioso prato e la protezione del calicanto e si incammina verso l'ignoto. Vuole incontrare chi potrà offrire una risposta alle sue domande.
Lungo la strada incontrerà animali diversi, tra i quali un gufo un po' triste e una tartaruga molto saggia chiamata Memoria. Sarà lei a battezzarla e a dare un senso alla sua ricerca, mostrandole il grave rischio che incombe sul piccolo pezzo di terra in cui vive in pace la colonia di lumache: "La mia lentezza è servita a incontrarti, a farmi dare un nome da te, a farmi mostrare il pericolo, e ora so che devo avvertire le mie compagne."
La nostra lumaca (nel cui nome che non vi sveliamo, sarà concentrata l'essenza della sua personalità) tornerà indietro e con le compagne inizierà un viaggio verso l'ignoto.
Luis Sepúlveda – inscrivendo il suo lavoro in una delle più antiche tradizioni narrative che da Esopo arrivano ad Andersen per arrivare sino ad autori come Piumini – sceglie ancora una volta la strada della favola morale per trasmettere un messaggio di pace, collaborazione, generosità.
Ma anche per ricordare a tutti che il tempo è prezioso e non sempre vivere freneticamente è bene: rischiamo di perdere gli appuntamenti importanti che la vita ci riserva.
“Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo”. Così Luis Sepúlveda riassume il senso del suo Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza (Guanda), favola per bimbi – ma soprattutto per grandi – che va a far compagnia alla celebre e fortunata Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (1996) e al più recente Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (2012) nello scaffale delle incursioni che lo scrittore cileno ha compiuto nella fiaba.
Sepulveda sostiene che il genere della favola gli permette di vedere in prospettiva alcuni aspetti del comportamento umano e quindi di valutarli meglio. "Penso ad esempio a una celebre fiaba di Esopo, ' 'La volpe e l'uva', che mi raccontava mia nonna quando ero piccolo. Narra di una volpe che vede un grappolo d'uva: cerca di afferrarlo, salta in alto per prenderlo ma non ci riesce. Alla fine dice: 'Non mi piace l'uva' e se ne va. Così si conforma e si rassegna. Per me, da bambino, era un monito: mi ha insegnato a non arrendermi senza lottare."