Dio del mare, della navigazione e dei terremoti, fratello di Zeus, marito di Nereide Anfitrite, padre di Tritone è il grande e potente Poseidone (Nettuno per i latini).
Come il mare, di cui era il signore, anche Poseidone era di umore inconstante; se a volte era tranquillo altre volte s'arrabbiava e diventava violento causando maremoti, onde alte e mare in tempesta, aveva, dunque, libero arbitrio sulla bonaccia e sulla tempesta. Quando Eolo, il signore dei venti, per far piacere ad Hera, scatenò tutti i venti e suscitò, a insaputa di Poseidone, una burrasca contro le navi di Enea, il dio furibondo emerse dal profondo del mare placando le acque e risollevò a galla col suo tridente le navi affondate.
Era un dio molto venerato, soprattutto sulle isole; la stirpe degli Jonii, popolo di marinai, lo considerava il suo dio nazionale. A Corinto, invece, si tenevano ogni due anni i famosissimi Giochi Istmici, in onore di Poseidone. Al dio del mare erano sacri il cavallo e il delfino; tra le piante gli era sacro il pino.
Entrò in contrasto più volte con la dea Atena perché entrambi rivendicavano l'appartenenza della città di Atene e di Trezène e Atena non era una che dimenticava gli sgarbi o i soprusi come abbiamo già visto.
Io che sono solita andare per mare ho un certo timore di Poseidone e, siccome casa mia è giusto un po' sotto il cratere del vulcano Etna, lo sono il doppio, per cui spero sempre che sia di buonumore e che non decida di buttarmi giù casa o di ribaltarmi con la barca, che non è che io sappia nuotare granchè bene… Quindi, evviva Poseidone!
Shhhhh… che resti tra noi, a me sta più simpatica Jemanjà, ma non lo fate sapere a quel vecchio brontolone.