Ogni tanto mio figlio torna a casa da scuola e con una faccina che è tutta un programma, come se stesse parlando di cose inaudite, mi racconta le cose che fanno e dicono le "femmine". Perché a scuola la separazione tra maschi e femmine è netta e devo dire, a malincuore, parecchio sopravvalutata dal sistema scolastico. Non voglio farne una questione di genere, ma, nel linguaggio di casa, per noi ci sono solo i bambini, al massimo, se proprio si deve precisare si preferisce il termine bambina.
Insomma, mi capita tra le mani questo albo di Vittoria Facchini, edito da Fatatrac, dal titolo Le femmine non mi piacciono perché… (che esiste anche nella versione opposta I maschi non mi piacciono perché…) e penso che fa proprio al caso mio; lo nascondo in libreria perché vorrei darglielo il giorno dopo, ma al piccolino non sfugge nulla, soprattutto un libro nuovo e appena entra nella sua stanza individua subito la novità e mi dice:
– Guarda mamma, un libro nuovo!
Ne è così felice che io non ho il coraggio di inventare una scusa, così glielo mostro e gli prometto di leggerlo all'ora della nanna. E come tutte le votle che una storia gli piace, finisco per leggerla più volte di seguito. Io leggo e lui annuisce e ride.
Perché, dice:
– È vero che le femmine sono strane… La mia compagna Anna parla sempre all'orecchio delle altre. Ma che gli dice??
Cosa rispondere, faccio la vaga e dico che è solo un gioco, ma poi lui mi dice che vorrebbe farlo anche lui ma non glielo lasciano fare e insomma non ne esco più.
Perché i maschietti non sanno cosa significhi essere femminucce e viceversa, i bambini sanno solo giocare insieme, divertirsi insieme, quando, malgrado tutto, superano le differenze, esattamente come i grandi. Per questo mi è piaciuto questo libro, perchè ce lo ricorda.