31 Ottobre di quest'anno
Ti ho lasciata nel ricordo biondina, vestita di rosa, timida e occhialuta; ti ritrovo su una pagina Facebook, biondona da assalto, tacco dodici e posa da soubrette di basso profilo, forse un po' datata. E poi la bocca, ma che smorfia fai con quella bocca a cuore rosso fragola?
Quasi non ti riconoscevo. Mio marito, strabuzzando gli occhi, mi ha chiesto se per caso fossi una mia collega "bonazza". Proprio così, "bonazza". Ma come puoi? Non vedi che è una ragazzina, una mia ex alunna? Ragazzina quella? Già. Ragazzina. Quella. É tempo di Halloween e per un momento voglio pensare che il tuo, ragazzina, sia solo un travestimento occasionale da mostri nostrani. Sul travestimento non mi sbaglio: è sull'occasionale. Cara, so che il mostro non sei tu. Tu ti stai solo travestendo e ci stai imitando.
Va bene, non bisogna demonizzare: esiste un'epoca in cui i bambini devono mettere addosso la pelle dei lupi per diventare adulti e le bambine si devono travestire da maghe per incantare, ma questo gioco che si gioca oggi nella società dell'immagine da Instagram non ha regole riconoscibili e voi non ne avete il controllo.
I controllori, una volta, erano gli adulti: oggi sento tua madre cinguettare felice della trasformazione del suo Calimero in cigno (cigno?). No signora, non generalizzo e non esagero, Lei non è come le madri che espongono i corpicini da bambole delle loro bimbe in mostruosi concorsi di bellezza, eppure io faccio fatica ad accettare la trasformazione della bambina vestita di rosa in questa Circe di media provincia.
Ci deve essere stato un momento in cui la studentessa modello ha girato la boa ma lo ammetto, da Prof imPerfetta, quante cose mi sfuggono, che si agitano al di là della cattedra. Cerco di ricostruire: un anno fa di questi tempi, terza media. Tema in classe d'ordinanza sul bullismo. M'imbatto nella tua scrittura tonda e ordinata da bambina, a dispetto della tua trasformazione: quanto devi aver sofferto, da goffa e diligente secchiona, a subire in silenzio l'isolamento deliberato delle compagne! L'unico modo per vincere il dolore dell'essere come Calimero è stato sembrare e infine essere come appari oggi, con la bocca a bacio. Bisogna adeguarsi e tu l'hai fatto magnificamente. Ma non lo vedi il mostro che vi vuole tutti in mandrie di bufali? Che vi fa feroci con chi è diverso?
Alla domanda se vi confidereste con gli adulti nel caso di prevaricazioni gravi, rispondeste no, non si fa la spia, gli adulti complicherebbero solo le cose. A tappeto: io, scuola, genitori.
Ogni mostro che si rispetti ha, però, anche un eroe che lo combatte e voglio terminare questa pagina con speranza: ci sono Nuovi Eroi.
Gli eroi non nascono con la vocazione degli eroi, ma crescono in terre dove s'impara sulla pelle che non ci sono altre risposte tra il sì e il no e in scuole dove l'educazione alla convivenza civile non è solo il punto di un programma. La terra è quella aspra e feconda della Sicilia, la città Caltanissetta, le scuole sono otto tra medie e superiori e gli eroi i loro studenti: riuniti nell'associazione antibullismo “Io ho scelto”, organizzati come un Parlamento con tanto di onorevoli, scelgono ogni giorno di non avere paura e di stanare il mostro. Sono un esempio genuino di convivenza civile.
I nostri eroi sconfiggeranno i nuovi mostri? Questo sarebbe l'epilogo della fiaba e non è ancora stato scritto.
Favella Stanca