Non sarebbe fantastico se, ogni volta che ci trovassimo in una situazione difficile e senza via d’uscita, apparisse qualcuno dall’alto a risolverla per noi?
Nella tragedia greca, soprattutto in quella di Euripide, una cosa del genere succedeva abbastanza spesso: i personaggi, dopo essersi scontrati gli uni con gli altri, restavano imprigionati in un conflitto all’apparenza privo di soluzione, finché dal cielo non calava un dio – uno qualsiasi del loro immortale e sterminato Olimpo – a sciogliere tutti i nodi.
Questo procedimento veniva chiamato deus ex machina. Letteralmente l’espressione latina significa dio che viene da una macchina, e questo perché l’attore che interpretava il dio veniva calato sul palco dall’alto per mezzo di una mechanè, ossia un macchinario che somigliava a una specie di gru tutta di legno, con un sistema di funi.
L’effetto che produceva, per un’epoca che ancora non conosceva gli special effects del nostro cinema, doveva essere strabiliante: il pubblico ammirava a bocca aperta l’apparizione del dio-attore che si produceva nell’alto del cielo, sopra le loro incredule testoline.
Prendiamo un esempio: l’Orestea, rappresentata al teatro di Dioniso nel 408 a.C.
Nel finale di questa tragedia il protagonista Oreste non se la cava affatto bene, così come il suo antagonista Menelao. Il primo è rinchiuso in un palazzo assieme alla figlia del secondo, Ermione, presa in ostaggio. Menelao assedia la reggia, mentre Oreste comincia a trattare, ma c’è poco da fare: nessuno dei due riesce a scendere a un compromesso. Oreste allora dà fuoco al palazzo dall’interno.
La situazione è più che complessa e sembra possa risolversi soltanto in modo veramente drammatico per tutti quelli che vi hanno preso parte.
Cosa s’inventa Euripide a quel punto, in una situazione altrimenti difficilmente risolvibile?
Il nostro drammaturgo fa apparire una divinità ex machina proprio per riportare l’ordine e un po’ di pace. Per la precisione, a calarsi giù dal cielo è Apollo e, grazie al suo intervento, Oreste ed Ermione convoleranno addirittura a nozze!
Fossi in voi però, non farei tanto affidamento sull’intervento divino per cacciarvi fuori dai guai. Non si sa mai avesse ragione Platone: forse Euripide utilizzava tutta la faccenda del deus ex machina perché una storia così complicata non sapeva proprio come farla finire.