Un sogno ad occhi aperti, presto una favola, infine una chiave per aprire la realtà
A dispetto di certa letteratura per l'infanzia (ma non di quella seria), i bambini dei sogni non sanno che farsene. A farli sognare, infatti, è ancora la realtà. E dentro la realtà, con i suoi ingredienti reali, si possono vivere i sogni ad occhi aperti.
I vostri bambini hanno ancora amici immaginari? Passano lunghe mezz'ore a giocare da soli semplicemente immaginandosi di vivere qualcosa di speciale? Spero di sì.
Su questo aspetto, dell'immaginario attivo dei bambini, mi piacerebbe che si aprisse un dibattito. Mia figlia ha costruito una specie di guardaroba speciale, tutto suo. In gran parte è fatto di vestiti che lei stessa ha manipolato: magliette che ha dipinto, oppure ritagliato per modellare a suo piacimento la scollatura, pantaloni vecchi che ha accorciato, scarpe della mamma. Si veste con queste cose e immagina, magari davanti allo specchio, di essere un'altra: più grande, sicuramente bella, spigliata e allegra. Mentre si ammira, canta. E spesso balla.
Non penso che sia matta: ha fantasia e la usa per abitare un mondo che non c'è.
Di questo mondo sa raccontare la storia: scrive frasi su certi suoi quaderni, fa disegni, ritaglia immagini da riviste. Il tempo le passa in un lampo, Anzi: il tempo non c'è più.
Presto la realtà, pensiamo noi, prenderà il sopravvento, e lei smetterà di sognare. Eppure la chiave di quello che vuole, e della fatica che si fa a costruirlo e della bellezza che le viene da dentro, è decisiva per la sua vita futura.
Noi siamo quel che i nostri sogni ci dettano. La realtà ci scoraggia, di solito, nel diventare grandi. Ma sapere quel che vogliamo da essa e trovare in essa i materiali per il nostro sogno-casa-realtà è un'abilità di cui l'adulto non dovrebbe mai privarsi.