Cara mamma che guardi il tuo bambino con tenerezza senza fine mentre dorme e cara mamma anche a te, che ti senti un mostro mentre lo accarezzi abbandonato nel sonno e ricordi la rabbia che ti ha trasformata in una brutta strega questo pomeriggio.
Parlo a te, mamma che il tuo bambino lo aspetti con le rose aperte nella terra del cuore prima ancora di vederle sbocciare nella terra della vita, dove le rose hanno tutte le loro spine.
Parlo a me, che respiro come un toro prima di caricare quando il mio cucciolo fa il muratore con malta di semolino sulla tavola.
Cara mamma, prova a leggere con me La rabbia delle mamme di Alba Marcoli. Questo libro è per tutte noi.
Penso anche a te, Mamma che vieni da lontano e sotto questo cielo di primavera in pianto ti stringi a un fagotto avvolto nel marsupio, pesante di lui, dei tuoi abiti, del tuo corpo da puerpera e forse ti senti più sola di tutte noi mentre l’infermiera ti dice che devi rifare la fila “Perché c’è scritto chiaro qui, vedi, che il 'ticket visita post partum' lo dovevi pagare prima”. Sorridi, con il sorriso smarrito che quasi chiede scusa: di non aver capito, di essere svagata, di essere disordinata, di essere in ritardo. È il sorriso di chi si sente improvvisamente bambina con un bambino in braccio e vorrebbe una mamma che l’accompagnasse.
Noi sappiamo che dietro il sole di quel fagotto ci può essere una nube: di desolazione in cui rimbombano le paure, di inadeguatezza, di memorie non rimarginate della nostra infanzia. Sappiamo che oggi diventare madri, soprattutto in una società in cui la rete di sostegno familiare si è frantumata, è forse più complesso: ci si aspetta che la donna entri nel ruolo di nutrice con la dedizione falsamente istintiva delle contadine di un tempo, delle mucche, delle leonesse.
Questo libro parla a noi e per noi, con le nostre parole: parla della rabbia delle mamme che monta all’improvviso come una tempesta contro i propri cuccioli. Di una storia rimossa ma che deve essere antica, se gran parte delle filastrocche di generazione in generazione sempre di questo cantano: di una mamma disposta a qualsiasi baratto pur di far addormentare il suo bel bambino. Di una relazione che è confusamente intrecciata di trasporto e di rifiuto. Perché, diciamocelo senza sentirci dei mostri: il nostro frutto, calamita di passione, qualche volta ci è sembrato un divoratore della nostra vita. Come noi per le nostre madri.
Questo libro parla con delicatezza e pudore del sentimento che più coinvolge un essere umano, è rivolto alle madri, ai padri, alle madri delle madri e soprattutto al futuro de nostri figli. Racconta come attraversare le difficoltà anche perdonandosi la propria debolezza di mamme imperfette ma buone, racconta dell’aiuto che il confronto/conforto di un gruppo di mamme può dare.
Racconta più di tutto come l’ombra da cui sgorga la rabbia sia la nostra ricchezza potenziale.
Questo libro è un bellissimo regalo che i papà potrebbero farci per la festa della Mamma e leggerlo con noi: per capire quanto la loro presenza nell’avventura di essere donne e madri sia indispensabile per raddrizzare il timone, equilibrare i pesi, sorridere degli scontri. Per fare dei nostri bambini dei bambini sufficientemente sereni di madri non perfette, ma sufficientemente buone. E noi lo siamo. Sufficientemente buone. Anche tu, che madre ancora attendi di esserlo.